domenica 15 dicembre 2013

A te


Sa di te il colore di questa stanza.
Sa della tua voglia di ballare scomposto.
Hai un guscio liscio di nocciola: nessuno mai penserebbe.
Che dentro, appena sotto, tu abbia tanto profumo. E gusto di miele, di pesca, di caffè.
Da dove vieni, occhi di bosco? Capelli bradi e aspri, che strada avete fatto?
Mi dici "porti la luce", invece non sai che ero cieca. 
Il tuo dito a mostrare una rocca, un frassino, il profilo acerbo di monti giovani, che portano nomi antichi. Hai acceso prima il fiume, poi le cime, poi un villaggio di fienili vecchi. Clic, clic, clic. 
E adesso, tutto attorno freme dolce, come di candela.
Chissà perchè crediamo che simulare le perdite possa salvarci dal subirle. Così io provo a pensare cosa sarei, senza quelle luci. Senza quel dito che desta il mondo, per me.
Cieca sarei, ancora cieca. Ma almeno, saprei immaginare la bellezza.

14 commenti:

  1. Ohhhhhh :) come sei poetica, maestra cara :)

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  2. Uhm poetica e non poco ... Parli di te e...?
    Bacio e buona domenica :-*

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  3. Simulare le perdite forse non ci salva dal subirle, ma ci da l'illusione di aver il controllo della situazione.

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  4. Risposte
    1. Facevi anche tu le "dediche" nei diari scolastici???
      Mi hai aperto una finestra sui ricordi... :)

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  5. ... senza parole, o meglio persa nelle tue parole di poesia

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