Sbagliò a dirlo. Le parole ci legano, imbavagliano i gesti, a volte.
Perchè lui le disse solo: "peccato che stasera non sei venuta, avrei voluto baciarti". Solo questo.
Che poi, non glielo disse davvero. Non come si deve, una lettera via l'altra a formare parole pronuciate con le labbra. No. Glielo scrisse. Glielo digitò, febbrilmente.
Ciao Claudia. Peccato che ieri sera non sei venuta, avrei voluto baciarti. A presto, spero.
Perchè aveva disegnato così bene quel bacio, così nitidamente (punti di contatto da cui attingere calore, il pollice sulla guancia, l'indice e il medio alla base del collo), che non poteva lasciarlo lì, relegato e costretto nella materia grigia. Che quell'immagine, di grigio non aveva nulla.
Poi attese. E le attese non erano il suo forte. Provò a riordinare un cassetto, a riporre alcuni libri letti (dal grande al piccolo o dal piccolo al grande?), a sfogliare una rivista.
Mezz'ora, forse più.
Buongiorno Paolo. Mi cogli di sorpresa. Era una battuta?
No. Non lo era.
Perchè aveva ridotto tutto alle parole? Perchè aveva voluto avvicinarsi, sentire il suo odore, infilando il desiderio fra un avrei e uno spero? Non sarebbe stato meglio attendere, solo attendere, intimando alle parole il silenzio, quello delle sorprese, delle cose belle.
E senza l'oscurare delle parole, le mani avrebbero trovato la strada, precise.
Il pollice sulla guancia, l'indice e il medio alla base del collo.
Sì, era una battuta Claudia! Ti sembro tipo da baci notturni? :))