venerdì 29 novembre 2013

Separazioni

http://caterinadisegna.blogspot.it/
Dunque, io ho una terapeuta.
Suona piuttosto nevrotico dichiararlo: mi sento vagamente Woody Allen. Ma tant'è.
Il suo approccio non è freudiano o junghiano, pertanto niente lettino, schiena eretta, gambe accavallate, paziente dallo sguardo perso nel vuoto a caccia di ricordi fallici.
La mia terapeuta, che chiamerò "S." è una donna giovane, carina, col sorriso aperto e gli occhi profondi.
Vedo S. una volta alla settimana, da quattro anni. Abbiamo costruito qualcosa di intenso e bello. Spesso a fine seduta (se non ci sono altre persone in attesa), parliamo di vacanze, progetti, libri, incontri. 
Le porto un fiore, a volte. Se ho appuntamento ad ora di pranzo, lei mi offre i suoi crackers Misura e i suoi biscotti danesi troppo burrosi.
Quando sono stata in bilico, in bilico davvero, mi ha chiamata una domenica (pessima giornata per i depressi) solo per salutarmi.
Insomma, oggi S. se ne esce candida con: "mi sa che manca poco, ci siamo quasi".
Ci siamo quasi? Cosa minchia significa? La guardo basita e taccio.
"Sì", aggiunge lei "credo che tu sia proprio sulla soglia".
Ora capisco. Sganciarsi, andare, camminare da soli. Da un lato mi piace l'idea, dall'altro mi spaventa.
"E quindi?", le chiedo sgomenta.
"E quindi mi mancherai un sacco", risponde lei, inclinando un pochino la testa.
Ok S., dammi un attimo, devo ancora digerirla questa cosa. Ma quel giorno arriverà, e credimi, sarai proprio orgogliosa del mio morbido incedere.

giovedì 28 novembre 2013

Testa fra le nuvole


Sono andata dalla parrucchiera, e come sempre sono incazzata. Perchè tocca sfoltire un paio di volte all'anno, ma:
  1. non concepisco di avere appuntamento alle 13.45 e di concludere l'opera alle 16.30. Esci ed è già buio.
  2. odio dire "Robi, mi raccomando, non tagliare troppo il ciuffo", e ritrovarmi con una frangetta ingestibile stile Sailor Moon.
  3. detesto i capelli alleggeriti, almeno per un paio di settimane. Danno quell'idea di vuoto.
  4. la Robi è un'amica, e con lei mi piace chiacchierare. Ma quando in negozio entra qualche altra conoscenza (spesso, mamme di ex alunni) e si innescano triangolazioni dialogiche sul tempo, l'inverno, il Natale, lo stress, le diete e gli uomini, allora davvero non reggo.
  5. trovo infine frustrante guardarmi allo specchio e dire "Robi, mi hai tagliato troppo", e sentirla serafica rispondere sempre allo stesso modo: "tra pochi giorni ti sono già cresciuti".
Detto questo, appena arrivata a casa ho tirato su la coda. In barba al taglio sopraffino.

Ieri sera, al corso di scrittura, osservavo le scarpe dei partecipanti. Si può evincere moltissimo dalle scarpe. Ho preso nota. 
Anfibi, polacchine all'inglese, ballerine con la zeppa, sneakers belle, sneakers sfigate, tronchetti con tacco, scarponcini, stivali classici, clarks.
In un buon 70% dei casi, la scarpa assomiglia al padrone. Un po' come il cane.
Per dire. 
Quella delle ballerine con la zeppa, ha proprio la faccia e la voce di una che le può portare.
Quello degli anfibi scrive strampalato bene. Ride con gli occhi e pieno di denti.
Quello delle clark indossa maglioncini a V ed ha fatto un filo di contestazione quando aveva vent'anni.
Allora, mentre consideravo tutto ciò, l'insegnante mi ha posto una domanda. E io non sapevo di cosa si stava parlando.
Ecco: l'allieva potrebbe far meglio, ma non si applica.

mercoledì 27 novembre 2013

Il topo di Skinner


Perdonate l'autocelebrazione, ma in questo periodo ne ho bisogno.
Ho raccolto due rinforzi positivi di skinneriana memoria. Fanno bene.

Il primo potente, molto potente.
Una persona che amo mi dice ridendo: "cazzo, con te il Signore ha fatto una special edition!"
E io non mi capacito e mi schermisco e mi nascondo.
Allora aggiunge "Gioia, tu vedi e fai vedere...". Così mi commuovo, non so che dire.

Il secondo buffo, ma bello.
I bambini a scuola vorrebbero procurarsi una certa immagine introvabile dal pc. Cerchiamo e ricerchiamo, niente da fare. Allora, attraverso Google translate, provo ad esplorare la rete con altri idiomi: inglese, tedesco, francese.
Bingo! Trovata e stampata.
Marco, tutto soddisfatto: "maestra sei geniale, meglio di Archimede Pitagorico!"

Insomma, come il topo di Skinner, ora per sviluppare uno shaping efficace, è fondamentale che i rinforzi siano continui. 
Ovviamente scherzo. Ma non troppo. Vedrò di puntare all'autarchia da rinforzi.

lunedì 25 novembre 2013

Bianco


















Ho sempre detestato il freddo.
Ma ieri c'era un freddo bello.
Ho mangiato la focaccia al parmigiano e tartufo, d'oro croccante. E poi visto, annusato, toccato.
Ero lì, nessuna fuga, nessun fantasma.

Stamani il forte vento da nord lascia un cielo di vetro che pare rompersi. Tutti al parco, è una bella camminata.
"Maestra, mi porti sulla schiena?", dice Penelope, tre anni e un accento british che incanta.
Poi, la sciarpa verde che svolazza, mi stringe le braccia al collo e intona allegra:
The wheels on the bus go round and round,
Round and round
Round and round.
The wheels on the bus go round and round,
all day long.

sabato 23 novembre 2013

My circus


Amavo i vagabondi, i saltimbanchi, gli eroi stanchi dispensatori di inchini e sorrisi.
Amavo quel circo stinto che piantava le tende nella periferia grigio ghiaia, fuori dalla finestra. Si disegnava proprio lì, luci ballerine nel vento, per farmi sognare.
E quella volta toccò a me, sugli spalti d'abete grezzo, i piedi inquieti e sospesi, gli occhi colmi di volteggi e barriti. A me.
Il giovane clown dalle grosse scarpe attraversò la pista rotonda: trombetta, risate, applausi. 
Poi mi si fermò di fronte. Scese il silenzio. 
Un cenno d'intesa e sfilò il naso rosso, lanciandomelo in una parabola perfetta. Rullo di tamburi. 
Lo presi al volo.
Guardai nelle mie mani aperte quel piccolo cuore pulsante di storie, strade, notti. E pensai che i sogni a volte, si possono toccare.

Volami addosso se questo è un valzer
volami addosso qualunque cosa sia
abbraccia la mia giacca sotto il glicine
e fammi correre
inciampa piuttosto che tacere
e domanda piuttosto che aspettare.

Stancami
e parlami
abbracciami
guarda dietro le mie spalle
poi racconta
e spiegami
tutto questo tempo nuovo
che arriva con te.

giovedì 21 novembre 2013

La maestra in gita

Piccolo aggiornamento.
Ieri, la città dei miei studi, caos e rotonde e paludi e traffico. Piogge sporche d'inverno, umido afoso d'estate.
Sempre uguale. 
Io la guardo come un animale selvatico, la scanso, mi ferisce gli occhi. Tutto troppo.
La guardo e penso solo a quel sentiero che da Tribil superiore porta a Dughe, lambito dalla luna. Quattro case, un bosco, altre quattro case.
Però ne è valsa la pena: tangenziale, semaforo, circonvallazione, zona industriale, distributori. Ne è valsa davvero la pena.
Su le mani, su i piedi, su la voce! Sì Giuliano, siamo qui.
Wow.

martedì 19 novembre 2013

Today


Non so mica perchè.
Un bambino non dovrebbe mai pensare di essere nel posto sbagliato.
Di dire la cosa sbagliata. Dovrebbe poter indossare stivali di gomma in agosto e sandali coi calzini a gennaio.
Dovrebbe rubare la cioccolata dalla dispensa, mostrare la lingua, mettersi le dita nel naso.
Un bambino dovrebbe poter dire sciocchezze. E farle. Senza sentirsi sempre misurato, pesato, osservato.
Oggi pensavo a quel maglioncino rosa di mohair. Peloso e stucchevole. Me l'aveva regalato la fidanzata di papà, e mi stava malissimo. Però lo mettevo, ogni volta che lui veniva a prendermi (due volte alla settimana, come da contratto), perchè vedesse.
Ma non vedeva.
Disse solo "quei pantaloni bianchi ti stanno male".
Così. Mentre chiudevo la portiera dell'auto e fuori pioveva.

domenica 17 novembre 2013

Bacchetta magica

Certe giornate partono giuste. La luce, il colore, la temperatura.
Vuoi un caffè?
Ecco una pasticceria con tavolini bianchi all'aperto, in un ritaglio d'erba nuova.
Vuoi scattare una foto?
Ecco un melograno carico di frutti rossi, davanti ad una finestrina azzurra, che pare debba affacciarsi Pinocchio.
Vuoi pranzare?
Ecco una casa bellissima e vuota: puoi inventarla tu. Due sedie recuperate nella cantina di un'amica, un vecchio tavolo smontato da mettere in piedi.
Mozzarella di bufala e prosciutto crudo su una tovaglia improvvisata con la carta igienica.
Vuoi sorridere?
Guarda, è tutto qui.

venerdì 15 novembre 2013

Da questa parte


Le cose prendono posto, una alla volta.
E' che bisogna lasciar loro il tempo di trovare spazio, incastrarsi e poi dilatarsi. Ma pare io abbia esaurito le scorte di pazienza. 
Adesso. Vorrei fosse tutto adesso.
Allora oggi, mentre conquistavo a fatica la mia oasi di pace (sigaretta, chiacchiere, racconti, ricordi, il dolce mormorio della fontana, una tazza di tè che fuma) dribblando telefonate, richieste e traffico cittadino, mi son detta che in fondo ogni giorno, in questi ultimi mesi, ho trovato un segno. 
Piccolo o grande, di liquirizia o di cioccolato, da ridere o sorridere, da brindisi o da abbraccio. 
Sì, il sentiero è tracciato.

Diritto


La donna a rovescio, vestiva maglioni a rovescio? Saliva le scale di spalle, correva contro vento, versava l'acqua in coppe convesse? Come faceva la donna a rovescio, a mangiare la sua minestra mancina?
Come conduceva l'auto, o infilava la strada, o cercava vanamente le chiavi di casa, sul fondo della borsa? La donna a rovescio in un mondo diritto, teneva la sinistra? O apriva la porta girando la chiave in senso antiorario?
Guardala, ora si volta appena e sorride, di una grazia misurata presa in prestito a un inchino, di una voce senza spigoli sfilata ad un canto.
Si volta e riprende il suo diritto. Il suo diritto a essere viva. Il suo diritto a non essere rovescia.

martedì 12 novembre 2013

Mestieri


Fine mattina alla fotocopiatrice, con una collega. Si parlotta.
In modo sussurrato, criptato e massonico dico qualcosa come non ne posso più di tutto quello che ruota intorno all'insegnamento: beghe, polemiche, ansie genitoriali, riunioni gestionali, comunicazioni, avvisi. Per quanto mi riguarda starei solo con i bambini, ma sta diventando quasi un aspetto secondario. Mi sa che dovrò ripensare a questo mestiere, forse non mi appartiene più se lo vivo così...
Passa Giuseppe, seconda elementare, per andare in bagno. Abbasso prima la voce, poi taccio.
Quando torno in aula, lascia il suo banco e si avvicina furtivo.
"Gioia, tu sei la mia maestra preferita, e anche la preferita di Leo, di Marco...".
Rido di gusto, lo abbraccio.
Lui, serio: "no no, non ridere maestra. E' verità."

domenica 10 novembre 2013

I wish

Valerio Berruti
Vorrei essere la donna semplice e dalle mani leste che ha udito il tuo primo vagito.
Vorrei essere tua madre, quella volta che sei caduto in cortile e chiedevi una carezza, un cerotto.
Vorrei essere la maestra che ti ha visto - la testa appena inclinata di lato - comporre sul foglio la parola AIUOLA.
Vorrei essere la cugina dalle gambe secche, fedele compagna di giochi, capanne e tiri con lo schioppo.
Vorrei essere la ragazza dai capelli neri e lunghi, che ogni giorno guardavi alla mensa, ma a cui non  rivolgesti mai la parola.
Vorrei essere la prima donna che sfiorasti, con dita fredde e incerte.
Vorrei essere la signora bionda seduta alla cassa, che ogni mattina ti saluta, quando bevi il caffè.
Vorrei essermi infilata sotto le porte degli anni, ed esserci sempre stata.

Sabato piovoso e gioioso

Stamattina, saranno state sì e no le cinque.
Mi sono vista (ma sognavo?) un albero da muro, costruito su un pannello solo con rami veri. Il tronco nell'angolo, di lato, e le fronde a spandersi sulla parete, da destra a sinistra. Sotto, un letto.
Incredibile ma vero, questa cosa esiste.
La voglio. Anche se non è educato dire "voglio".


Ho portato il mio Io sul punto piú alto e lo lascio lassú, l’Io che voglio essere.
Scendo con l'Io che sono. 

(R. Karl)

Mentre mi leggi la citazione ti si rompe la voce. Fatichi a finire. Ti scusi.
Due righe dense che in fondo, parlano di te.
La pasta con i broccoli e il pangrattato ci riporta allo spessore delle cose che si toccano, si annusano, si mangiano. Ma sospeso resta, insieme al fumo, all'alito di pioggia dalla finestra aperta, alla condensa che pian piano si posa, quel tuo singhiozzo abbandonato. Sappi che io, l'ho raccolto. 

venerdì 8 novembre 2013

Imparare


Cosa dire?
Di questi due giorni di curve e discese, salite e scorci, vertigini e ampi respiri?
L'acquario si è aperto, il pesce giallo è saltato nell'Oceano. Acqua, acqua, coralli, predatori, ombre, banchi luccicanti e cetacei immensi. Rotte spezzate, incaute, ubriache.
Poi, il luogo. Protetto, ma non cieco. In cui stare, ma lasciare andare gli occhi.
Puoi essere tu. 
Di una chiarezza che fa quasi male. Ma accarezza.

E' un post criptico, forse.
La sostanza: sto imparando ad essere felice.

martedì 5 novembre 2013

Invisibilmente compere

Gabriele, 6 anni, mi porta il suo disegno in bianco e nero.
Un furgone dalle cento ruote che corre in strada e un enorme drago volante in cielo.
"Bel lavoro! Che ne dici di dargli un po' di colore?", propongo.
Lui, perplesso, osserva bene il disegno.
"Potresti dipingere il drago", incalzo.
"No. Perchè vedi maestra, questo drago è invisibile".
Sorride sornione.
Non posso che arrendermi all'evidenza dei fatti.


Mi manca un giubbotto caldo (necessità), ma vorrei un paio di stivali con il tacco e un vestitino (futile brama).
Fatti due conti, ho stanziato per questo progetto un massimo di 50 euro. Ben poca cosa. Ma posso farcela!
Niente giubbotto per questo mese, tanto non fa ancora freddo. Mal che vada butto su una sciarpona.
Invece mi dedico alla ricerca del resto. Potrei comperare uno scampolo e darmi al fai-da-te. O bazzicare i mercatini. O cercare degli scontissimi on-line.
Vi so dire.

domenica 3 novembre 2013

Voglio rovinarmi


 
Devo essere vera, vada come vada.

Vizi:
1) seguo X Factor in modo ossessivo-compulsivo
2) mi commuovo se ascolto Tiziano Ferro
3) mangio la Nutella col cucchiaio
4) vado dal tabaccaio dietro l'angolo in macchina
5) mi diverto da matti ascoltando "Pinocchio" (Radio Deejay, one nation one station)
6) stendo lo smalto nuovo su quello vecchio che si sta scrostando
7) ho letto due libri di Fabio Volo
8) metto il rimmel e il lucidalabbra guardandomi nello specchietto retrovisore, mentre guido
9) ho studiato il tedesco e non so una parola di tedesco (nè tantomeno di inglese)
10) faccio il brodo con il dado

Virtù:
1) non vedo la televisione (a parte quando danno X Factor)
2) mi commuovo se ascolto i Radiohead
3) raccolgo fiori di sambuco per fare lo sciroppo
4) da piccola ero socia del WWF
5) so cambiare la punta al trapano, fare un buco nel muro, inseriere un fisher
6) non mi sono mai tinta i capelli
7) ho letto due libri di Raymond Carver
8) abbraccio bene
9) ho seguito un corso di cucito e sono capace di confezionarmi un abito
10) faccio i tortelloni in casa (pasta e ripieno)