domenica 30 giugno 2013

Attrezzarsi

Vacanze all'isola dei gabbiani, A. Lindgren
Ci pensavo: sono sempre poco attrezzata e molto impreparata.
Come andare in montagna con le scarpe da tennis.
O farmi sorprendere senza ombrello quando il cielo lo diceva a grandi lettere, che avrebbe regalato un temporale.
O al contrario, prepararmi alla burrasca e poi scoprire, con meraviglia, che un vento gentile mi spettina appena il ciuffo.
La vita sa sempre stupirmi. Vedo abissi, e sono pozze d'acqua chiara. Vedo strade tortuose a picco, e sono placidi sentieri di campagna.
Oggi, l'arrivo di un libro di Astrid Lindgren compie il miracolo. Aspettavo questo dono? Ero pronta ad accogliere, sorridere? Credevo nelle infinite possibilità che ogni giorno racchiude in sè?
No. Non più.
Adesso, dovrei farne tesoro.

sabato 29 giugno 2013

E quindi uscimmo, a riveder le stelle


Margherita mi è sempre piaciuta.
Parlava di stelle e infinito, con infinito stupore. Ancora.
Dietro l'involucro grezzo, i modi bruschi, la risata schietta, cieli e meraviglia.
Incrociandola al supermercato, lenta nel muoversi, con indosso una maglietta stinta, si poteva pensare ad una di quelle anziane sole, malmesse, invecchiate a settimana enigmistica e caffellatte.
Invece era bella, bella davvero.
Forse perchè non so pensare al buio cosmico, e lei ne parlava con i colori.
O magari perchè Margherita aveva su per giù l'età della nonna Amelia.
Fattostà che un po' mi manca, stamattina.

venerdì 28 giugno 2013

Un sogno

And if we could float away
Fly up to the surface
And just start again
And lift off before trouble just erodes us in the rain
Just erodes us in the rain
Just erodes us, erodes us in the rain

Qui c'è sempre una luce strana nel primo pomeriggio. A volte, a quest'ora, mi fermo con i piedi scalzi nei ritagli di sole, sparsi sul pavimento come scampoli di stoffa gialla, pronti per essere tagliati, cuciti. Aspetto di sentirne il calore: sale presto ai polpacci, alle ginocchia.
Da quando sono qui ho battuto ogni sentiero, ogni varco nel verde. 
Sul terrazzo sbatto gli stivali, carichi di fango. Chiamo Frida: è nel bosco a fiutare tracce. Arriva correndo, sporca, bagnata. Mi accuccio, la gratto sotto il mento.
“Dov'eri?”
Mi affianca grata, salta, cerca ancora la mia mano mentre camminiamo, con il naso, con la lingua.
C'è profumo di muschio, fa fresco, il bosco accoglie e copre e chiude.
Ma appena più in là, il mio posto. Una piazza d'erba fitta, gentile e verdissima, pezzata di caldo, che lenta declina verso il fiume. Ci sediamo, io e Frida.
 
Oh morning
Come bursting
The clouds they break

Anni fa non l'avrei fatto. Sfilarmi i jeans, togliere la camicia e raggiungere l'acqua. Frida abbaia sempre quando entro, ha paura del fiume che scorre rapido. Ma c'è una pozza, ferma e blu, dove resto. Sento le gambe, le braccia perdersi, da quanto è fredda.
“Smettila! Ora esco!”, e rido di questo cane che mi ama come nessun altro e come nessun altro dipende da me.
Rientriamo appagate, penso alla carne buona in frigo e  mi dico che potrei fare uno stufato con le patate.
Ed è un'emozione, uscendo dal bosco, vedere la finestra illuminata. 
E' arrivato e non lo aspettavo. 
Non serve dire, non serve chiedere, basta stappare una bottiglia di vino nell'attesa di un abbraccio.

And sing it
Slow it down
Through chaos as it swirls
It's just us against the world

mercoledì 26 giugno 2013

Cose belle


La casa editrice Orecchio Acerbo propone libri per ragazzi che non recano danno agli adulti / libri per adulti che non recano danno ai ragazzi.
“L’amore t’attende” di Fabian Negrin , è un albo illustrato. Un cartoncino piegato ad organetto, che svela ad ogni aprire e chiudere le musicali carezze fra due amanti.

Risento la voce del professor Sossi leggere rauca e pastosa, durante una delle sue lezioni.
Dentro la tua bocca
sogna una lumaca di alito e saliva
Un bacio la sveglia
si muove, è viva.

Ho amato quest'albo dalla prima volta che l'ho avuto fra le mani. Un cantico colorato, un inno alla bellezza che passa attraverso il fremere dei corpi, gli umori dolci, la pelle scoperta e da scoprire.
Se, come dice Enzo, la vita ci concede soltanto due possibilità di Amare, allora questo libro andrebbe acquistato e tenuto nel cassetto. Per consegnarlo senza indugio all'Amore, quando vorrà farci visita.

martedì 25 giugno 2013

Scarpe, sempre scarpe

In un Altrove, potrò mai indossare questi sandali meravigliosi?
Lo dicevo a Paolo, che mi suggerisce di praticare un po' la mischia rumorosa di aperitivi e lounge bar.
Lo dicevo a Michi, che sente il richiamo delle dolci notti estive, e mi invita, sorridendo bella ed abbronzata in una sfavillante camicetta lilla.
Non mi piace scivolare fra corpi sconosciuti, esposti. Fra sguardi pallidi e parole da pesca sportiva. E' la fiera dell'amo lanciato, dell'abbocco facile e stanco. No, non fa per me.
Quello che desidero adesso è condividere. Offrire luoghi e spazi che mi appartengono, strade e piazze che attraverso. Cibi che amo, libri che leggo, pensieri che accarezzo. E ricevere in cambio altri luoghi, altri spazi, altri pensieri.
E allora, mi dico, questi bei sandalini eleganti e flessuosi, dove potrebbero prendere vita?
Magari in un parco silenzioso, in una serata di profumi e tigli. Estrarre magicamente dalla borsa calici e Prosecco, lasciare che le bollicine si spengano, sul palato.
Sì, il setting è quallo giusto.

lunedì 24 giugno 2013

Today's another day


Mi piace quando l'estate si spezza per un po', e sorprende. Oggi tuoni, fresco, pioggia a goccioloni. 
Il sapore delle vacanze imminenti, ora è diverso. Come se fossero previsti tutti i percorsi, come se la strada, ogni momento, potesse svoltare.
Non ho il navigatore, viaggio con una mappa sgualcita e stinta. E questo è bello. Ma fa paura.
Cercavi il mare e ti trovi in mezzo alle spighe. 
Arrivi in un bosco fitto, quando volevi spaziare con lo sguardo sulle colline, morbide.
C'è sempre un prato però.
Dove fare sosta all'ombra, allargare la cartina e seguire con un dito gli itinerari possibili.
Non mi piace l'incerto. Ma saprò orientarmi.

domenica 23 giugno 2013

Acque

Da qualche parte c'è un posto
che un milione di occhi non riescono a vedere
e da qualche parte c'è qualcuno
che riesce a vedere quel che vedo io
(Simple Minds)



Notte difficile (era luna piena?), ma è andata.
Alle tre e mezza del mattino, facevo il cambio stagionale dell'armadio.
Al risveglio, ovviamente, non riuscivo a passare nel mondo dei vivi. Così ho tardato ogni cosa: doccia, riordino, appuntamenti.
Ma il fiume non si muove, rimane in attesa. Coi sassi, la sabbia grossa, l'acqua verde che ti accarezza appena, poi se ne va. E altra ne arriva.
Indovinare le parole dietro i silenzi, e saperli condividere. 
La nuvola nera copre ogni cosa, ci affrettiamo a raccogliere le borse ridendo, come se fosse tutto qui.

sabato 22 giugno 2013

Stare al mondo

L'altra sera si scherzava, fra donne. Parlando di uomini.
Una a dire che lei, se lui non è almeno carino, proprio non ce la fa.
L'altra a sostenere che l'aspetto conta
poco, quando scende in campo la simpatia. 
La terza categorica: pesa solo il cervello. Un bel pensare scalda cuore e viscere.
Oggi ci riflettevo.
Al di là del fatto che l'attrazione è pura alchimia, ed esce dal già scritto, detto o supposto, mi sono resa conto che per me, conta un certo modo di stare. La sicurezza del passo, una gestualità viva, ma composta, uno sguardo che vede oltre e trattiene, un elquio senza sbavature nè eccessi.
Un amico mi diceva che coglie mondi, quando osserva le persone in cammino. Dimmi come ti muovi, e ti dirò cosa porti con te. 
Se il gobbo di Notre Dame avesse un bel modo di stare al mondo, io me lo bacerei.

venerdì 21 giugno 2013

Regali e prozia

Ecco il regalo di fine anno.
Un artigiano ha realizzato le piastrelline, personalizzate, una per maestra.
Mi somiglia.
Ha i capelli castani e non biondi, ma indossa la collana colorata, come faccio io. E ha le tette.
Erano piuttosto tristi i bimbi, perchè la scuola chiude i battenti per qualche mese. E all'ultimo, prima che iniziasse la festa, avevano mille cose da concludere, o da iniziare. Mentre io dicevo godetevi questa ultima giornata, loro mi chiedevano maestra, posso iniziare un lavoro, perfavore?
Da non credere.






Stamattina ho accompagnato la nonna dalla prozia.
Tanti ricordi.
Di Natali passati, spumante dolce e cotechino.
Di corse lungo la collina, ciliegi e peschi che a me, bambina di città, parevano miracoli.
Il prozio bello come Clark Gable non c'è più, ma a sentire lei, sembra uscito un attimo nell'orto.
Acqua e menta in giardino, vecchie storie già sentite, sempre quelle. 
Ma sono le nostre. Radici e rami.
 

giovedì 20 giugno 2013

Due passi indietro


Non è che siamo sempre uguali.
Non è che la vita sia questo percorso lineare, coerente.
E anche i singoli momenti, anche quelli, ci fermano in pose diverse, in espressioni ora aperte, ora contemplative. Eccoci freschi, provati, distratti, felici.

Ieri sera mi si è aperta la terra sotto i piedi.
Ma come, stavi così bene?

Quando uno dei miei bimbi fa una piccola regressione, emotiva o cognitiva, di solito con le famiglie parlo di rincorsa. Per saltare in lungo, dobbiamo arretrare di qualche passo.
Necessitiamo dello slancio? Ricerchiamo il fondo sicuro delle certezze?
Indifferente. Fattostà che quei due o tre passi a ritroso, ci servono. Ci garantiscono un salto più lungo, elegante, bilanciato. Un atterraggio sicuro, le piante dei piedi parallele, salde.

Allora ieri sera, per un attimo sono scivolata. Una caduta.
Ma le ho dato subito nome, cognome e connotati. Piangendo, battendo i pugni sul muro, non vanamente.
Indietro, indietro. 
Stop, può bastare. 
Un corridore che studia il terreno, si ferma, saggia la presa delle suole.
E infine, scatta.

martedì 18 giugno 2013

Per come sono


Mi piace credere che non cambierò nessuno.
E che nessuno voglia mai cambiare me.
Vorrei che tu fossi.
Sei poco, sei troppo.
Dovresti essere.
Mi piace credere che quando ascolto davvero, ascolto. E basta. Non convinco, non piego, non impongo.
Che quando mi si dà ascolto, non si cerchi di cambiare il corso di quanto sento o provo.
Quando amo, io sorrido dolce di un passo incerto. Di una debolezza. O di una paura.
Accarezzo una piega, accolgo l'incoerenza.
Paola dice finalmente mi accetto per quello che sono, e pare così ovvio, ma non lo è.
Anch'io comincio. A guardarmi senza giudizio, nè colpa, nè peso.
Allora vorrei essere amata così. Per come sono.

domenica 16 giugno 2013

Giornata di sole















Ho condiviso un luogo.
Un luogo mio.
Temevo di perderlo un po', invece la presenza degli amici non lo ha privato della sua grazia. Anzi.
La Giuli distesa sull'erba che prende il sole.
E Pino che si stupisce di tanta segreta meraviglia.
Oggi mi hai fatto un bellissimo regalo, dice.
La mortadella e il provolone, i piedi scalzi, lo scoiattolo scuro che attraversa il prato.
Mercoledì finisce la scuola, inizia la mia estate: temevo tanto spazio, tanto tempo. Scopro oggi che saranno uno spazio pieno ed un tempo buono.

sabato 15 giugno 2013

Proteggersi



"Sei così bello che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti, in mezzo alla piazza della stazione...". 
Tony era scoppiato a ridere, ma senza sorprendersi. Neanche a lui dispiaceva mantenere un certo contatto col mondo esterno mentre erano l'uno nelle braccia dell'altro, percepire i suoni, le voci, le variazioni di luce, perfino il rumore dei passi sul marciapiede e il tintinnio dei bicchieri ai tavolini del bar di sotto.
 (G. Simenon)

Ho trovato fra i libri della mamma "Germogliano sempre i noccioli". 
Amaro. Porta il sapore dei bilanci passivi: un'esistenza di vuoti a perdere, la vecchiaia cava di chi non ha saputo scegliere, darsi profondamente, di chi ha deciso di salvare il cuore dagli urti.
Ma è impossibile. Salvarlo, intendo.
Altrimenti, portando le braccia al petto nel tentativo goffo e vano di proteggerlo, dovremo per forza, lasciare andare la mano che tenevamo nella nostra.

giovedì 13 giugno 2013

Sulle scale



Un mercoledì lunghissimo. Ma è trascorso davvero un giorno solo?

I miei alunni emozionati e leggeri assieme, consapevoli che li attendeva un esame, e nello stesso tempo proiettati oltre, come solo i bambini possono. Il sole che li chiamava alla finestra, l'ombra fresca che li invitava a giocare.
E persone, e storie, e telefonate, e una lunga pennica pomeridiana, piena zeppa di sogni.
Poi stasera, gli abbracci che volevo. Abbracci regalati, ricevuti. Tante chiacchiere sugli scalini, una focaccia al rosmarino che passa di mano in mano, qualcuno stanco, qualcuno in partenza, l'estate che avanza.
Ed essere proprio lì, sotto un cielo che racconta già una notte calda, ma che ancora si lascia attraversare dalle rondini, altissime.
Il solito gatto mi struscia le gambe, scopro le spalle, ascolto vite e progetti.
Non so cos'abbia mai fatto di buono per ricevere tutto questo.

lunedì 10 giugno 2013

Colore



Riconoscere tutto, ogni cosa vissuta, come parte di sè.
Siamo fatti pezzo dopo pezzo con la materia dei sogni, delle carezze, dei rifiuti, di ogni frammento di dolore, di ogni parola pronunciata, di tutti gli sguardi raccolti.
Ho passato troppo tempo a rinnegare e rifiutare ricordi spessi e ingombranti. Come non mi appartenessero, come potessi abbandonarli, lasciarli al loro destino, brutti prodotti di me non desiderati.
Quante energie sprecate.
Perchè quei ricordi sono io. Allontanarli, disconoscerli, equivale a perdermi.
Tu sei questa, tu hai attivato risorse, tu ti sei protetta. Guardati. Prova a dire grazie anche a chi ti ha fatto male, a chi ti ha resa quello che sei.
Ecco, quando me l'hanno detto, mi è sembrato illuminante nella sua semplicità.
Porto tracce, ferite e segni, ma non li nascondo più. Adesso li dipingo.

domenica 9 giugno 2013

Buongiorno

Non ho il pollice verde.
Non sono capace di convivere con i vegetali, con la flora, con piante di ogni genere e specie. O meglio, ci convivo felicemente, ma nel vasto mondo.
Se però è richiesta la mia partecipazione, purtroppo fatico a trovare le dosi, le misure, a cogliere le richieste.
Poca acqua, troppa acqua.
Una potatura a casaccio, senza senso.
Vasi piccoli per radici importanti.
Parassiti scuri e bruttini che non so debellare.
Ecco, nonostante questo, stamattina lei era lì.
Piena di profumi, aperta nel mio terrazzo.

sabato 8 giugno 2013

C'è un tempo

C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia. 
I. Fossati

L'attimo fotografato è questo. Il primo scatto dopo tanti mesi.
Scalini di pietra vecchia trovano incerti l'acqua.
Mi siedo, aspetto, lascio che sia il sole ad andarsene, prima lui. Voglio vedere che effetto fa, che ombre depone sulle case, sulle mie braccia scoperte, su questo fluttuare liquido d'erbe.
Hic et nunc. Un mantra che non mi è mai appartenuto. Io proiettata in avanti, a leggere fondi di caffè interpretando segni. Io voltata indietro, ancorata ai gesti non fatti, alle parole perse.
Invece, seduta sulla pietra calda capisco che voglio essere qui. Qui in questo momento. 
E nulla di più.

giovedì 6 giugno 2013

Stile libero


Ho smesso di sentire quel bisogno di dire e dire.
Dire rovesciando, dire sputando, dire vomitando.
Come se tenere (se ne parlava ieri sera), avesse a che fare col vedere, col capire, con il colmarsi.
Quando sei pieno, puoi anche dare, non solo prendere. E lasciare le cose lì, masticarle lento, sotto cieli diversi, mentre raccogli le gambe, o le accavalli, o annusi l'aria.
Mi piace quando gli amici dicono è un po' che non ti sento, come stai?.
Ora posso permettermi di rispondere io sto meglio, grazie, raccontami qualcosa di te.
Ho attraversato un oceano.

martedì 4 giugno 2013

Occhi per guardare

Insomma, c'è questo parco.
Defilato, poco conosciuto.
Una meraviglia.
Dalla sua riapertura a marzo, l'ho attraversato quasi ogni giorno, anche con la pioggia.
Conosco i suoi luoghi e suoi rari, ma abituali frequentatori. Ci si saluta, con un cenno.
La giardiniera invece, che prima delle otto è già all'opera, non guarda nessuno. Lavora celermente, una macchia arancione. Mi chiedo se le piace questo lavoro nel silenzio intatto: richiami dolci, schiudersi di pigne.
Magari lo detesta.
Io invece la invidio un po'.
Una coppia stanca accompagna due figlie adulte a spasso. Entrambe hanno grossi deficit motori, e camminano sottobraccio sussurrando fra loro.
Lo studente spettinato con il portatile. Sceglie la panchina al sole, di fianco al pozzo. Forse ha un amore lontano, una ragazza che fa l'erasmus in Finlandia. O a Madrid.
La bella signora dal passo veloce. Mi sono fatta l'idea che abbia il colesterolo alto. E che una salutare camminata, suggeritale dal medico curante, la faccia stare bene.
Poi ci sono io, che respiro storie. E brezza.

lunedì 3 giugno 2013

Colline e tè

A casa di Paola si arriva salendo e salendo.
Il bosco, poi quattro case. L'ultima, è la sua.
Io, che sento respirare i muri, capisco subito che è passata tanta vita qui. E dolore, e lacrime. Ma anche pensieri belli, carezze, sogni.
Lei ha un sorriso pieno, che la disarma: quello di certi bambini che non hanno conosciuto inciampi.
Invece ha faticato sempre a mettere un passo avanti all'altro.
Il tè fuma, un pasticcino lucido di glassa mi scivola sul palato.
E penso che chi è vero, ti costringe ad esserlo. Perchè allunga la mano mostrandoti il palmo, e le linee oblique e storte che le notti di veglia ricamano, con pazienza e tenacia.
Non puoi far altro che posarci la fronte.

domenica 2 giugno 2013

Sabato

Pareva finto, il sole di stamattina.
Invece era vero, e scaldava le braccia.
Abbiamo camminato e parlato fra i campi, io, lei e la sua pancia, sempre più tonda.
Poi, mi sono comperata un paio di sandali. Come sono belli, di corda e sabbia. Con un tacco sottile e l'aria leggera.
A casa li ho provati, sgranocchiando patatine al pepe.
Uno zapping preprandiale, qualche pagina di libro.
E il piacere, stasera, di ritrovare una cugina che avevo perso, di cui non sapevo nulla e che nulla sapeva di me. Ricucire assieme ricordi, di fiori raccolti, di racconti notturni, nello stesso buio, nello stesso letto.
Sabato. Un dolce sabato.