venerdì 5 ottobre 2012

Fare scuola, per me

Per una volta, mi concedo un post che riguarda il mio lavoro, il metodo d'insegnamento che sposo. Con passione. Una storia, un episodio, un oggetto: tutto è pretesto, alibi, per un lavoro trasversale e completo, che risponde alle domande e appaga i sensi.

Ho fatto un lavoro con i bambini, sulle fonti.
Ogni traccia del passato rappresenta, in senso lato, una fonte, ovvero il materiale di lavoro dello storico e la condizione fondamentale per la ricerca. La fonte è un oggetto che può fornire una testimonianza utile per conoscere un determinato evento. 
Ma come calarlo nel qui ed ora di un bimbo, questo concetto avulso?


Mi invento una storia. Un lavoro di indagine. Che lasci spazio alle loro parole.
Un robivecchi (chi è? breve lavoro sui nomi composti), trova una scatola in una soffitta. 
La apre, e ne esplora il contenuto. Nella scatola ci sono dei dischi. Il nostro personaggio è un uomo o una donna a cui piaceva la musica.
Secondo oggetto estratto: una pipa.
Convengono che è vera, odora ancora di tabacco.
Allora non è una donna! Poche donne fumano la pipa.
Osservo che abbiamo già alcuni dati importanti.
Decidiamo di chiamare il nostro personaggio, sicuramente un uomo, “Mister x”.
Ora il robivecchi estrae un libro.
I bambini lo annusano, lo guardano. Odora di muffa, è ingiallito, vecchio.
E' scritto in modo strano, che non si capisce. Vuol dire che è un libro di una volta.
Cosa possiamo dire, adesso, del nostro personaggio?

Mister X  è un uomo, a cui piace o piaceva leggere. Sicuramente non era analfabeta.
Scopriamo che nella seconda pagina del libro, c'è l'anno di pubblicazione (1945). Lo confrontiamo con altri libri, recenti, e verifichiamo che vale per tutti i libri visionati. I bambini riflettono sul fatto che l'anno di pubblicazione non ci darà ulteriori elementi per indagare sul nostro personaggio.
Possiamo solo dire che non può essere nato cento anni prima del 1945, osserva Giacomo. 
Quarto oggetto estratto: una fotografia.
I bambini la osservano. Si tratta si un gruppo di scolari con un maestro. Riccardo osserva che sono vestiti come ai tempi della nonna, con i calzoni corti e i calzettoni al ginocchio, anche d'inverno.
Quindi, è una foto vecchia? Sì, tutti sono d'accordo.
Quale sarà, tra questi volti, quello del nostro personaggio? Alcuni bimbi pensano sia il maestro, altri lo individuano fra gli studenti. Guardano la foto, fanno ipotesi, colgono differenze far la scuola di ieri e quella di oggi.
Quinto oggetto estratto: un documento d'identità.
La parte frontale ci dà indicazioni importanti. Il nome e la città di residenza del nostro personaggio!
Felice Colombo, Comune di Saronno (ricerca sull'atlante, Saronno è vicino a Como, in Lombardia).
L'altro lato del documento, ci rivela un primo piano di Felice, l'anno di nascita, lo stato civile e la professione. Felice è nato nel 1903, e nel 1938 (data impressa sul documento) è sposato e fa il ferroviere.
Quindi non era il maestro, nella foto!
Adesso che il robivecchi conosce il nome del nostro personaggio, vorrebbe consegnare la scatola a qualcuno che lo ha conosciuto o che lo conosce. Così decide di chiedere aiuto ad una giornalista. Il giorno dopo, sul giornale viene pubblicato un articolo:
 
Chi avesse conosciuto Felice Colombo, nato nel 1903, è pregato di rivolgersi al giornale per ritirare qualcosa che lo riguarda.

Il mattino seguente una signora bussa alla porta dell'ufficio della nostra giornalista. Si chiama Giovanna Colombo e dichiara di essere la nipote di Felice. La giornalista le fa un'intervista!
Intervista a Giovanna Colombo
Mio nonno Colombo è nato nel 1903.
Quando aveva 30 anni si è sposato e nel 1935 è nato mio padre, Antonio.
A venticinque anni papà Antonio si è sposato con mia madre Fausta, e un anno
dopo siamo venuti al mondo io e il mio gemello Pietro.
Quando avevo 12 anni nonno Felice è morto in un incidente stradale.

I bambini, utilizzando il materiale materiale della matematica, calcolano:
– in che anno si è sposato Felice
– in che anno si è sposato il figlio Antonio
– in che anno sono nati Pietro e Giovanna
– in che anno (e a che età) è morto Felice

Segue riflessione.
Come abbiamo fatto a ricostruire la storia di Felice? Ci sono serviti degli indizi! Questi indizi, la storia li chiama FONTI.
Le fonti sono:
- Materiali (oggetti: pipa, libro, dischi)
- Iconiche (immagini: foto)
- Scritte (documenti: carta d'identità)
- Orali (testimonianze di persone presenti: intervista a Giovanna)
 
Ecco. Questo per me è fare scuola.

9 commenti:

  1. Gioia, sono convinta che i tuoi alunni ti adorano e questo fare scuola è davvero adorabile. Abbiamo molte cose in comune, non mi limito a fare la libraia, ma spesso ho a che fare con le i ragazzi. Se vuoi ti spiego.

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  2. Grazie Stefania! Mandami un messaggio privato, se vuoi ci scambiamo le mail... :)

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  3. ai numeri non resisto:
    - 1933
    - 1960
    - 1961
    - 1973

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  4. Del resto, i numeri sono roba da ingegneri. ;)
    Io non metto voti o giudizi, per scelta. Ma, se tu fossi un mio alunno, apprezzerei molto le tue capacità dicendo "un gran bel lavoro"! :)))))))))))))))

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  5. Accidenti Gioiuzza, bravissima. Se decido di fare un figlio, costi quel che costi, lo manda a scuola da te.

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  6. Per Nocetta, gratis!! (spero che non mi legga il gran capo) :))

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  7. Io sfrutto il grembiule di quinta che mi sta ancora(le maniche sono un po' cortine, ma mica tanto) e mi imbuco.

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  8. Un bel esempio di come può essere pensata la scuola! Ne sono felice.

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