sabato 16 febbraio 2013

Muta


Quando leggevo di blog che chiudevano i battenti, che cercavano altri spazi, luoghi, più consoni e più coerenti con parole e pensieri nuovi, scaturiti da cambiamenti epocali, storcevo il naso.
La mia pelle è la mia pelle, e si adatta al mio crescere, al mio mutare. I miei occhi, gli stessi colori e gli stessi lampi gialli di quando saltavo all'elastico.
Perchè non può, questa creatura leggera e virtuale assecondare il mio cambiamento? Mantenere la sua carta colorata, la sua buccia, il suo involucro, ma nella sostanza, parlare di un'altra "me"?
Devo chiudere una parentesi di parole, di immagini viste e sognate, di incipit appena sbocciati, per aprirne un'altra? Più simile a quella che sono, adesso?
Non lo so. Ci penso da ieri.

21 commenti:

  1. basta che fai sare dove vai
    comunque non sempre è il posto che non va bene
    il più delle volte siamo noi che cambiamo
    Ma se capita che dobbiamo dimenticare troppe cose
    che ci son passate sulla pelle e nell'anima
    e non è possibile resettare
    dobbiamo digerire tutto e ci vuol tempo
    e a volte il posto adatto.

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    1. Esatto Massimo.
      Restare qui con la consapevolezza di giorni saturi e guardare oltre?
      O cambiare il vestito, sperando che cambi il cielo?

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    2. Restare qui solo se si crede che abia un senso
      Cambiare pensieri in modo che anche nei giorni scuri si veda la luce.

      Ma se vai via fammi sapere dove perchè mi tira il fiocco perdere delle buone letture
      e poi francamente vorrei vedere la risalita da sta grotta infinita.

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  2. Cambiare per andare dove?
    Il blog è (almeno per me) un angolino in cui trovare rifugio con la compagnia di persone con cui si è creato un legame.
    Se ti evolvi, ti seguiremo.
    Non credo sia un problema di piattaforma, blogger o wordpress che differenza farebbe?
    Naturalmente la decisione è solo tua che sei la miglior giudice di te stessa.
    :-)

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  3. A volte mi è venuta voglia di chiudere il mio per troppa stanchezza.Desiderio che è durato al massimo ventiquattro ore.Se non scrivo tutti i giorni(o quasi)sto male e il blog è la mia medicina :)Tieniti questa bellissima pelle:ti dona.

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  4. Assecondare il cambiamento che fa star bene.
    ...ma tu pensaci ancora. ;)
    Un abbraccio

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  5. Avevo anch'io un vecchio blog, che poi ad un certo punto ho cancellato. E ne ho fatto uno nuovo, sempre molto mio ma che in effetti non ha tracce di alcune cose che ho voluto lasciarmi alle spalle.

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    1. Ecco, era questo il dubbio.
      Ma per ora sono qui.
      Vediamo che sentieri imboccherò, che stagione sarà.

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  6. @Insight
    @Blackswan
    @CuorediSedano
    Mi fa bene sapere che in questo vasto mare, di carta, ma mosso e ondoso quando i nostri pensieri spingono il maestrale,ci sono presenze non virtuali.
    Parole che sono carezze.
    Grazie.

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  7. Non pensare troppo, lascia cbe sia....
    L'alchimista

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  8. Cancellare mai: qui dentro ci sono cinque anni di pensieri, di storia/e, di vita. Al massimo sospendere o renderlo privato. L'ho fatto un tempo, gettando una pila di quaderni di racconti e poesie (negli anni 80 erano il mio blog) e poi mi sono pentito.

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    1. Immagino. No, non avrei buttato. Solo chiuso, per riaprire.
      Ma non so se è quello che voglio.

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  9. Io all’inizio non mi sono posto tanti problemi: uscire dal cammino solitario che mi è stato sempre caro e raccontare anche agli altri lo spirito che mi muove, questo fu all’inizio l’impulso vero e profondo. Credo che si capisse facilmente che mi spingesse una componente di liberatorio narcisismo unita ad una più che concreta coscienza(?!) certezza(?!), speranza(?!) d’aver qualcosa da dire.
    Scrivere è dipanare, dirsi, capirsi, toccare l’essenza e gioire di una verità luminosa e istantanea. Lo penso ancora, il vero problema è trasmettere la luce, non svilirla, non addomesticarla tanto da cambiarne il vero profumo e per ottenere tutto questo bisogna avere il coraggio di restare soli. Mi rendo conto di quanto questo discorso sia oscuro ( per alcuni forse offensivo), tra l’altro è molto facile passare per un assoluto e inguaribile arrogante, la luce, la verità…neanche fossi un novello messia! Eppure il senso, quel momento in cui, dopo una frase o un periodo, capisci che puoi dire a te stesso – Sì è così, esattamente così- quel momento esiste, per tutti, letterati o meno. Raccontarlo e mostrarlo quel momento resta, secondo me, uno dei pochi modi per dirsi vivi e umani. Per farlo devi passare attraverso gli altri, devi aprire le porte e le finestre, devi prendere la tua creatura e offrirla “in pasto” al mondo che la cerca e che spesso non l’ama. Sono i commenti, il loro spirito, le altre vite e i loro inevitabili compromessi, sono gli altri bloggers la vita e la morte assieme di ciò che scriviamo. Ti consiglio di cambiare blog, la mia esperienza me lo dice con chiarezza assoluta; poi nella nuova casa, dove porterai comunque te stessa, metti la moderazione ( purtroppo) e scegli con cura i tuoi interlocutori, il web resta in ogni caso una giungla
    Firmato un vecchio indio

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    1. Grazie.
      Trasmettere luce e non svilirla.
      Credo che al momento, per un po' resterò qui. Poi mi guarderò allo specchio e cercherò di capire se queste pagine hanno ancora la mia faccia.

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  10. questa cosa me la son chiesta spesso.
    e quando chiusi il vecchio blog, in un giorno ben preciso di due anni fa, pensai che era come chiudere una valigia piena di vestiti che non avrei mai più usato, che non sentivo più miei, fuori moda, di altra misura.
    poco importa e deve impportare, cosa percepiscono gli altri di tutto questo.

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