giovedì 15 agosto 2013

Poisson

Un giorno di due o tre anni fa camminavo con un amico al parco.
Lui pensoso, attento, come sempre: accoglie, trasforma e mi restituisce quello che gli consegno pieno di nuovo senso.
Misuravo i passi e le parole, non volevo dire per dire. Volevo dare la giusta forma a quello che sentivo muoversi. Pesci rossi sotto le costole.
"Sai", gli dissi guardando davanti a me, "ho l'immagine di un tandem. Sono stanca di segnare il ritmo, il tempo. Voglio smettere di pedalare e farmi portare. Magari solo per un po'".
Ricordo che soppesò e sorrise.
"Mi piace", rispose.
Oggi, abbandonati tutti gli ormeggi, dimenticati gli specchi e i riflessi, la buccia e gli inganni, io ero lì. C'ero tutta. 
E mi sono concessa di chiudere gli occhi. Come quando da piccola, mi lasciavo cadere all'indietro, senza paura, tra le braccia di papà.

8 commenti:

  1. :)

    Sei sempre così dolce e delicata ;) buon ferragosto! :)

    RispondiElimina
  2. Anche se non pedali vai avanti comunque non scegli dove andare è solo questa la differenza, piccola e sotanziale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi va bene...la meta si decide assieme e poi io, per qualche chilometro, guardo cielo e terra...

      Elimina
  3. dolcissima e cosi vera. però molte volte non ci è permesso di abbandonarsi ma di provare si:))) Buon venerdì

    RispondiElimina
  4. L'abbandono tra le braccia di qualcuno, quanto di più prezioso la vita possa donare.

    RispondiElimina