venerdì 18 ottobre 2013

Taglia, cuci

Ho riletto cose vecchie.
Che voglia di abbracciare quella Gioia spaventata, persa. In caduta libera.
Però, quanta strada.
Un anno fa, in un giovane autunno, scrivevo così.

Sono cresciuta brada, nessuno a curarsi delle mie peregrinazioni sciolte. Amicizie sbagliate, scivolate, scorni.
La redenzione per mano di un piccolo uomo fragile, spaventato.
Tutto troppo presto, tutto in corsa. La fretta di porre rimedio, di trovare riparo, cura. Casa.
Poi, d'un tratto, lo schiudersi di infinite vite.
No, sono bugie, io non ho meriti. Mi ci sono ritrovata. Mi hanno messo col muso sul dolore, come si fa con un cane e la sua pisciata anarchica. Allora ho capito, visto. 
Non potevo immaginare un'altra vita. Forse pensavo di non saperla vivere.
Così ho tenacemente ricostruito (un quadro spostato, una piccola pianta grassa sul tavolo), raccolto perline rosse troppo leste da afferrare. 
Ma ormai ero accesa. Lampeggiavo. Emanavo. Sono tornata nell'abito vecchio, e non mi andava più bene. Tirava sulle cuciture.
Impossibile, cazzo. Non ce la fai.
Perchè vuoi respirare (hai percepito per un attimo, l'odore di fuori) e ti sembra che il tempo sia troppo poco e troppe, le cose da metterci dentro.

6 commenti:

  1. quanto riusciamo ad essere veri nei nostri blog
    eh teacher :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche tu Pier, sì.
      Spaventa a volte, tanta nudità.
      Però accendiamo una luce, sai?

      Elimina
  2. Accettare le nostre fragilità ci rende più forti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo totalmente.
      Trovo che sia l'unica via, quella del "vedersi".

      Elimina
  3. Il tempo pone rimedio al male? La forza di volontà e tanti passi avanti.
    Un abbraccio!

    RispondiElimina