giovedì 15 marzo 2012

Maestre con l'aureola


Parto per la scuola un po' frastornata, stanca. Mi sciolgo in lacrime lungo la strada: il breve sms di un'amica, un augurio leggero e affettuoso, rimescola tutte le emozioni di questi giorni: sorprese, amici, scarpe con il tacco, sorrisi, capelli, baci, attese.
Parcheggio la macchina. Mi accoglie il solito movimento di bimbi, mamme e parole. Sono subito assorbita dalle cose da fare, saluto affettuosamente, provo rapida a raccontare qualcosa di ieri, ma si va di fretta, non c'è il tempo.
Un grande cartello sulla porta della prima aula intima "Gioia, non entrare in questa stanza!". Rido, passo avanti.
Poi appello, scaramucce, i bambini chiedono, vogliono sapere.
Racconto di quella ragazza che ha perso una scarpa ritirando il suo diploma di laurea. E del ragazzo mezzo nudo ricoperto di maionese.
Serena li chiama, uno ad uno, loro se ne vanno con fare da cospiratori, si scambiano sguardi di intesa.
Ed ecco che finalmente le porte della prima aula si aprono per me!


 Ventidue bimbi eccitati, a studiare le mie reazioni, ventidue  bocche aperte, ventidue abbracci uno diverso dall'altro.
Dolcetti sul tavolo, fiori, tanti e tanti biglietti, un cartellone con le impronte dei più piccoli.
Giacomo mi chiede: "era pesante l'aureola che ti hanno messo in testa?". E Miriam ridendo risponde: "ma si chiama corona!!"...
Leggo i biglietti uno ad uno, fiati sospesi.
"Gioia, sei la maestra migliore del mondo, perchè sei sempre piena di risorse, sorridente, gentile, bellissima, ma soprattutto una bravissima maestra". Si può chiedere di meglio?


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