venerdì 28 settembre 2012

De Gregori


Avevo più o meno otto anni, quando seguii mio padre e le sue inquietudini, su per la riva di San Giovanni, a Trieste. Ex ospedale psichiatrico. Riconvertito a covo di idee, ideali e bandiere rosse.
"Dove mi porti papà?"
"C'è un concerto".
"Con i violini?"
"No, canta un poeta".
E io, qualche metro più indietro, faticavo a seguire quelle gambe lunghissime.
Ho un ricordo sbiadito e luminescente di quella sera. Ma l'emozione, quella degli accendini, e della voce, che può unirsi ad altre, producendo potenza e calore, l'ho sempre conservata.

Adriana posta sul blog una sua nota e bellissima canzone. Non ho una particolare inclinazione verso i cantautori, tendono ad assecondare ed accarezzare la mia propensione a scavare (non si ereditano solo il colore degli occhi, o il taglio degli zigomi). Ma trovo questo pezzo struggente.


Bell'amore
Non te ne andare
Tu che conosci le lacrime
E le sai consolare
Bell'amore Bell'amore
Non mi lasciare
Tu che non credi ai miracoli
Ma li sai fare
Bell'amore Bell'amore fatti cantare
Nella pioggia e nel sole fatti cantare
Paradiso e veleno, zucchero e sale
Bell'amore Bell'amore fatti consumare
E vieniti a coprire
Vieniti a riscaldare

3 commenti:

  1. Uh come mi piace il De Gregori di quei tempi, e Bellamore è un pezzo meraviglioso.

    Comunque, l'OPP di cui parli, per noi universitari che lì ci andavamo a sbevazzare da matricole, era Il posto delle fragole, e allora manco sapevo esistesse un film omonimo che sarebbe entrato tra i miei preferiti. Quante coincidenze la vita. :)

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  2. "Il posto delle fragole", sì!!!! :)) C'era anche una stazione (radio Fragola), ancora attiva, dalla quale trasmetteva facezie una mia cara compagna di classe...
    Ma ti pare, amica sarda, che devo rimembare Trieste con te?? ;)

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    1. Ma sììììììì, l'ascoltavo pure quella radio, e ci lavorava pure un mio collega di università. Incredibile, quanti ricordi *_*

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