giovedì 4 ottobre 2012

Radici

Qui è pietrame e morte. 
Ma quando una genziana riesce ad alzare il capo e fiorire, è raccolto in lei tutto il cielo profondo della primavera.
da Il mio Carso, Scipio Slataper.

Mi è estranea Trieste, ostile. Eppure è stata mia, per così tanto tempo.
Nel bellissimo graphic "Aida al confine", mi fa meno rabbia. E' come più smussata, conciliante.
Se dico Trieste, sento freddo, quella gran bora mi sale su dai piedi, allarga la gonna a corolla, e scompaio, nella scia polverosa di un Tir. 
Perchè questo mi resta, l'odore sudato e grasso della periferia.
Non quello gentile, talcato, di Piazza dell'Unità d'Italia.

5 commenti:

  1. Trieste è una città di confine anche nel cuore. Quando la lasciai, non sopportavo più né la città, né i triestini (forse loro ancora meno della città). Ero stufa marcia. Adesso la distanza di tempo e di luogo, mi rende più obiettiva. Trieste non ha le mie radici, ma è al confine con un posto meraviglioso che era la mia giovinezza. Solo per questo si merita colori caldi. Almeno nel ricordo.

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    1. Allora, cara anziana amica, dovremo fare un tè (al bergamotto) molto chiacchiereccio, in cui riesumare ricordi triestini.
      Fatta?

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  2. ciao spettinata! da oggi ti seguo con piacere!

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