venerdì 25 gennaio 2013

Sera d'agosto

Marta ricorda quella sera d'agosto.

Lui a scrivere. Non aveva mangiato, non l'aveva salutata quando era arrivata. Sordo, cieco, inquieto.

Quando fuori, il profumo dell'erba aveva spento l'afa, Marta era entrata nello studio, silenziosa, per aprire le finestre.

Allora Paolo si era voltato, improvvisamente lucido, nuovamente capace di vedere, sentire.

“Ma sono le nove”, aveva detto, come direbbe un bambino.

“Sì”, aveva risposto lei sorridendo, “mangi qualcosa?”

“Vieni qui”. E Paolo aveva allungato un braccio, lasciandosi cadere pesantemente indietro sulla sedia. Gli occhi rossi, stanchi.

Marta si era avvicinata, gli aveva passato una mano fra i capelli.

Paolo l'aveva tirata a sé, e sollevandole la maglietta le aveva posato baci piccoli e rotondi sotto l'ombelico. Le labbra calde, quel peregrinare scomposto, le parole, che Paolo non sapeva tenere, a portarla altrove, a spingerle in gola i suoni.

“Mi vuoi?”, domandava piano, a palpare il desiderio, a pretendere una nudità del cuore.

Lei rispondeva di sì, la voce confusa, alterata. Ma a Paolo non bastava. Si fermava, la teneva lì.

“Mi vuoi Marta?”
"Ti voglio amore".

Allora lui la raccoglieva con gli occhi, le mani.

Marta ricorda quella sera. 
Dopo, mentre le accarezzava la spalla, il braccio sudato, aveva detto solo: “vieni via con me”.

Lei, aveva tenuto ogni parola. Calandole pian piano, per paura di perderle, romperle.
“Vieni via con me. Ti prego”.

Marta immaginò Firenze. Poi Parigi, Oslo. Balconi fioriti su piazze acciottolate, un cartoccio di pane fresco, le loro scarpe appaiate all'ingresso.

10 commenti:

  1. ...ma l'hai scritta tu questa storia?
    Se così fosse sei una gioialuce ...brillante!!!

    RispondiElimina
  2. doveva andare, Marta, osare, partire. E poi finire in qualche sperduta città della Svizzera a fare gare di torte in polistirolo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ultima parte. Ecco, quella mi pare assolutamente probabile...

      Elimina
  3. Marta ha colto l'attimo e ha goduto di quell'istante,e si vive
    per istanti così, il fuoco erotico che ti tiene vivo, parole che fecondano l'anima.....hanno avvistato Paolo e Marta felici in cima ad un fiordo norvegese.....
    l'alchimista

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alchimista, ne abbiamo parlato, vero? Vivere per un gesto, per un sentire...
      Che roba bella.

      Elimina
  4. Credo che sia necessario fare in fretta,
    continuare su questa strada non porta da nessuna parte
    tornare indietro non si può
    e allora magari si prende per i campi che stanno attorno
    girando e girando ma ritrovandosi sempre nello stesso posto.
    Va trovato un punto sulla cartina della vita e andare decisi lì,
    ma bisogna fare in fretta
    ma non perchè altrimenti si perde tempo che non avrebbe nessuna importanza
    bisogna fare in fretta perchè sennò si perdono la testa e la vita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Massimo, il tuo modo di prenderti a cuore le cose.
      Di metterci l'anima...
      Una mano tesa.

      Elimina
  5. Lei, aveva tenuto ogni parola. Calandole pian piano, per paura di perderle, romperle.
    “Vieni via con me. Ti prego”.
    https://www.youtube.com/watch?v=LYEjffrFm3c

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Paolo Conte.

      "via, via, entra e fatti un bagno caldo
      c'è un accappatoio azzurro,
      fuori piove un mondo freddo..."

      Elimina