mercoledì 2 maggio 2012

La sai quella del panda?

Passeggio con Edo che saltella alla mia destra, e parla. Ma parla, e parla. E saltella.
"Sai quella pubblicià del panda?"
"Sì..."
"Paolo sul suo diario ha quel panda lì...ma sai quale? Quello che fa la lotta con la renna. Ti ricordi?". Ride.
"Sì che mi ricordo, quello con la faccia buffa."
"Quello, sì! Si vede una vignetta in cui ha mangiato un limone, e..."
Mi rendo conto che ho staccato la spina. E che onestamente, in modo molto pulito e chiaro, ora vorrei essere sola. Vorrei non dover stare sulle richieste di altri.
Vorrei annusare quest'aria che comincia ad essere spessa di odori, vorrei silenzio, vorrei percepire i miei piedi negli stivali, il buco in fondo alla tasca della giacca, la borsa che oscilla sulla spalla.
"...e poi, in quell'altra, dormiva sul ramo di un albero, poi cadeva..."
Gli sto a fianco, ma sono lontanissima da qui. La mia bocca sorride, i capelli mi ricadono sugli occhi mentre faccio sì, ho capito, ti ascolto. E non è vero.
Questo sentire, che solo pochi mesi fa avrebbe creato un cortocircuito bello e buono, mi fa stare bene. E' onesto. Vero.
"...e la prof allora gli ha preso il diario, perchè tutti ridevano..."
Onesto, ma anche giusto. Questa sono io, dolce Edo. Questa è una mamma viva, a cui piace farsi pettinare i capelli da te. A cui piace morderti, in quel posto dietro l'orecchio che chiamiamo "l' isola segreta".
A cui fa bene anche stare sola, senza prestare ascolto a voci, attese, aspettative.
Allora è deciso, sabato me ne vado proprio da sola. E non per lavoro, proprio per niente, per nessuna ragione che possa essere un alibi. Solo perchè mi sta bene così.
E sapessi quanto bene ti voglio ora, Edo.
"...e sai, la prof alla fine l'ha messo in punizione, povero Paolo!"
"Forse era solo molto stanca..."
"Sì. Lo ha anche detto."
Saltella, saltella, saltella.

3 commenti:

  1. ... Gioia, che bello ... Ti abbraccio forte, ma forte forte ... Non sai quanto ti apprezzi

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