Grazie a Pier, cito da Chocolat.
C’era una volta un piccolo e
silenzioso villaggio nella campagna francese; gli abitanti credevano
nella Tranquilité, la tranquillità. Se vivevi in questo villaggio,
sapevi ciò che ci si aspettava da te. Conoscevi il tuo posto nello
schema delle cose. E se ti capitava di dimenticarlo, qualcuno ti avrebbe
aiutato a ricordarlo. In questo villaggio, se vedevi qualcosa che non
avresti dovuto vedere, imparavi a guardare dall’altra parte. E se per
caso i tuoi desideri non erano stati soddisfatti, imparavi a non
chiedere mai di più. E cosi, nel buono e nel cattivo tempo, nella fame e
nelle feste, gli abitanti del villaggio si mantenevano saldi alle loro
tradizioni. Finché, un giorno d’inverno, non soffiò un irrequieto vento
del Nord…
Sbirciare finalmente fuori dalla porta, ma anche filtrare il dentro, come un bambino fa col setaccio, la sabbia fine e le conchiglie.
Il vento parlò a Vianne di paesi
ancora da visitare, di amici bisognosi ancora da scoprire, di battaglie
ancora da combattere…da qualcun altro, la prossima volta.
E fu così che
il vento del Nord si stancò e andò per la sua strada.
Considerato che il cioccolato è la panacea di tutti i miei mali, il saluto del mattino spalmato sulle fette dorate al sesamo, il fondente accostarmi alle ore della sera e della lettura, direi che la citazione si cuce bene su di me.