venerdì 14 dicembre 2012

Bolle


Le piccole cose sono le prime a sfuggirti, quando stai male.
Il piacere di rimanere qualche minuto sotto il piumone al caldo, dopo aver tacitato la sveglia.
Accendere la radio appena sali in auto, la gioia di trovare proprio quella canzone. Concederti il lusso di cantarla e di agitarti sul sedile, anche se sono le otto del mattino, hai ancora la voce macchiata di sonno, e c'è traffico.
Leggere a tavola, qualche briciola di pane fra le pagine, il bicchiere colmo che non ti decidi a portare alla bocca, perchè vuoi sapere cosa succede, nel prossimo capitolo.
Uno spicchio di mandarino fra la lingua e il palato. 
Trovare nella casella di posta qualcosa che ti parla agli occhi. E con gli occhi rispondere.
Ma ecco che appena stai male, le coordinate minime saltano.
Dividi il mandarino a metà, lo addenti. Lasci il libro aperto sulla tavola mentre sposti le briciole col dito.
Poi però, le piccole cose, sono le prime a tornare in superficie. Una alla volta, lente, come le bolle d'aria di un pesce azzurro nell'acquario. Plup. Plup. Plup.
E ti ritrovi in una sala d'aspetto, a scrutare le altrui vite nel condominio dirimpetto, pregustando (un lieve sorriso ad animarti il volto) una storia che potresti raccontare. Plup.

4 commenti:

  1. Sembra assurdo, ma quando sto male, riesco a godermi le grandi cose di cui solitamente il ritmo frenetico della vita mi priva : un film visto sdraiato sul divano e con la copertina,un pasto caldo e sano, il tempo per divorare un libro.

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  2. No, non è assurdo. Capisco bene.
    Quello di cui parli è il livello UNO. Le picole (ma grandi) cose, a quel livello ti fanno ossigenare.
    E' lo stadio DUE, quello di "abulia generale", che fa sfumare il piacere...

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  3. Solitamente passo dallavita piena allo stadio DUE
    forse anche TRE
    il ritorno e lento ma gustoso.
    Tum sora maestra,descrivi bene e con garbo gli stadi
    una bella rara analisi.
    Buona notte

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