sabato 1 dicembre 2012

Particolari


Ho raggiunto il centro in bici, e ho fatto bene. Freddo (guanti e sciarpa, oggi non potevo evitare), ma l'aria non pesa, scende giù e risale pulita.
Rientrando, dopo l'ottimo cappuccino chiacchierato e proficuo, ho zigzagato attraverso uno sciame di bimbi in uscita da scuola. Genitori in affanno fra zaini e berretti.
Proprio lì, ho intravisto qualcosa di noto. Un po' come nel gioco enigmistico in cui il corvo parlante ti invita a trovare l'oggetto: fra i tanti particolari insignificanti, un elemento spicca.
Eccolo Mario, il figlio del macellaio. Avevo dodici anni, lui almeno venti. Io innamorata persa, lui che beatamente mi ignorava. Io goffa e lunghissima, lui bello, impossibile e scanzonato.
Ebbene, ho visto il Mario che caricava in auto il suo figliolo, ma del Mario c'era rimasto poco. Le spalle appena curve, il volto spento, un'aria vinta. E non è questione di anni, di età. Ma di piglio. Mario oggi aveva il piglio di uno che ha perso qualche battaglia.

La signora che vive in fondo alla via, non esce più. In corsa verso casa  ho visto la sua badante che stendeva i panni in giardino. Ma di quel piccolo, anziano donnino, non v'è traccia.
E dire che fino a qualche anno fa era il terrore di ogni vicino in possesso di buone facoltà mentali. Perchè si appostava, attendeva al varco, per poi, con balzo felino, ghermirti impedendoti ogni azione, replica, difesa.
Mezz'ora di sequestro, non un minuto di meno. 
Allora era tutto un gioco di scarti, evitamenti, fughe.
Ora, quasi ne sento la mancanza.


7 commenti:

  1. Il tempo trasforma tutto e tutti privando!
    Che bello riflettere all'aria aperta..
    PS: perchè vergognarti delle tue crocchette surgelate..oggi bastoncini!!! :))

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  2. Allora, anche tu pecchi!!! :)))
    In realtà non sempre il tempo priva, credo. Conosco persone assolutamente arricchite dagli anni.

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  3. Anche io vivo in un luogo abbastanza provinciale, ma desidero andare via per abbracciarne uno nuovo... forse perché temo terribilmente quest'aria da vinti che sovrasta tutto e tutti (o quasi). Quelli che non ce l'hanno sono uomini e donne dotati di un'ironia fuori dal comune oppure degli stupidi. Poi ci sono le eccezioni, quelli che in una comunità diventano punto di riferimento assoluto (un medico, un professore, un parroco, un benefattore, per esempio). E poi ci sono i bambini giustamente ignari di quel che dovranno affrontare eppure, io credo, che essi siano il metro di misura della frustrazione degli insegnanti: se un maestro riesce a stabilire un contatto profondo con loro trova sempre una realizzazione: può essere egli stesso un vinto, ma coperto d'amore. Al contrario, se non vi riesce, be', non esiste realizzazione né tanto meno sollievo: sempre verrà schernito dai propri alunni.
    E' il tuo primo post che leggo... ti seguo!

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    1. Sì, ho letto che sei in partenza :))
      La provincia però ha il suo fascino. Ogni tanto un tuffo nel mondo, poi per il letargo, il riposo, l'assaporare, sto bene anche sul mio Monte isolato :)

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  4. Un bel ritratto di vita quotidiana e del tempo che passa

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