Non mi riconosco più in questo modo di scrivere. Come dire, leggo questa poesia e vedo paesaggi, persone, sofferenza, risate, bagagli, libri, che sono passati veloci dietro il finestrino, da quel giorno ad oggi. Eppure sono sempre io, la buccia è la mia, quindi mi piace ricordarla.
Abbiamo (2008)
Abbiamo viaggiato
giovani occhi
a veder mutare i luoghi
il vento, i volti
parole e discorsi
vecchi sogni.
Abbiamo comprato
divani in offerta speciale
gusci di noce su cui navigare
in serate, vite narrate
libri sfogliati, mandarini sbucciati.
Abbiamo guardato
increduli, muti
minuscoli pugni serrati
e labbra dischiuse:
creature raccolte cercando tesori
sulla riva del mare;
creature di cielo e tempesta
che i flutti (in un'alba salmastra)
riavranno con sè.
Allora saremo io e te.
A voltarci appena, a veder che segni
abbiamo posato
e briciole di ricordi sul selciato
e che tracce, i troppi sorrisi han lasciato
agli angoli degli occhi.
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