Finalmente siamo andati alla mostra.
E' incredibile: le ricerche fatte sugli esploratori, che i bambini hanno preparato con passione e presentato ai compagni, sembravano scolpite nella memoria.
Parlavano tutti assieme, volevano dire.
"Ardito Desio è morto a centoquattro anni!"
"Lodovico di Caporiacco aveva scoperto le pitture rupestri, ma un altro esploratore voleva far credere di averle trovate prima lui!"
"Ellero è morto perchè la sua nave è affondata!"
Gli esploratori sono persone, vive. Svelare l'umanità dei personaggi, il fatto che soffrano, gioiscano, far scoprire ai bambini che la storia è fatta di volti, cuori e taccuini con le note a margine, rende tutto tangibile e prossimo.
Usciti dalla mostra, mentre tutti si rincorrono, Giacomo prende un quadernetto e mi dice: "maestra, potrei scrivere?". E accucciato sui gradini, tenta una piccola cronaca della mattinata, che via via aggiornerà con gli eventi più salienti.
Filippo si preoccupa di Beatrice, solerte e un po' severo, controlla che non dimentichi nulla e le sistema lo zainetto.
Nella piazza del Duomo ci fermiamo ad ossservare le forze dell'ordine che fanno il loro ingresso in chiesa, per la rituale messa pasquale.
Lucia si indigna. "io odio i militari!".
Riccardo si volta allibito e replica seccato: "ma se ci difendono!". Piccola discussione, li invito a riflettere, potremmo fermarci qui a parlare per delle ore.
Ci arrampichiamo sul colle del castello. Un giovane ghanese infila perline e i bambini, prima timorosi e poi più arditi, chiedono, toccano, vogliono sapere del Ghana. Prendono nota del suo nome. Miki.
"Come il topo", dice Lisa.
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