Tipica scena da telefilm americano della mia adolescenza: il/la protagonista entra stanco/a a casa dopo una giornata di duro lavoro, infila le chiavi nella serratura, apre la porta e tenta di accendere la luce...niente da fare. Armeggia un po', appoggia la borsa, e d'improvviso urla di gioia, trombette, luci e candeline.
Oggi Giusy mi invita così, informale, per un piatto di pasta e due chiacchiere. L'idea mi piace, porto una bottiglia di Prosecco.
Davanti alla sua porta, una fila di pietruzze fosforescenti indica la strada. Dubbio: ho sbagliato piano?
La sua voce allegra, da dentro, dice "entra pure!".
D'incanto, si materializzano gli amici, tra i più cari. Palloncini, fiori, confetti rossi, torta panna e fragole. Tutto per me. Ho avuto la mia festa a sorpresa. E che festa!
Poi, allegri intorno al bel tavolo, parliamo di noi. Siamo cresciuti, abbiamo macinato tanta strada. Ed è bello guardarsi come dei superstiti: è stato faticoso, ma siamo qui a volerci bene.
Nessun commento:
Posta un commento