martedì 24 settembre 2013

Odette

Scende la sera.
Nel corridorio in penombra, Odette indossa il cappotto nero. Stringe fra il pollice e l'indice un grosso bottone, lo accompagna verso l'asola che si schiude e accoglie, bocca vorace, occhio sgranato.
Solleva lo sguardo pago nel suo, giallo.
Scendono le scale, l'andare dissonante e silenzioso di chi ama, del corpo provato e molle.
La porta dell'androne si apre, fa entrare la strada, odori e rumori e luci.
Stretti nei palmi delle mani si incamminano, in un tintinnare di chiavi nella tasca, che nessuno sa.

11 commenti:

  1. Sembra quasi l'inizio di un romanzo, molto bello...la porta si apre e chissà quanta strada faranno insieme nel tempo.
    Baci!

    RispondiElimina
  2. ma possibile che le chiavi siano l'unica cosa felice che tintinna?
    Ciao, come stai?

    RispondiElimina
  3. doisneau?
    c'è un mondo segreto e speciale dietro a quel tatuaggio ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Doiseneau!
      E pensa che da qualche giorno lo tengo lì, a covare al caldo sotto i capelli sciolti... :))

      Elimina
  4. Splendido! Semplicemente splendido. Raccogli i tuoi post Gioia, mettili a a parte su un foglio di Word, se un giorno tutta questa blogosfera dovesse sparire la tua scrittura potrà restare in altro modo. Lo meriti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Enzo! Ciao :)
      E tu, lo fai? Raccogli tutto?

      Elimina
    2. Sì cerco di farlo. In questi anni e anche in quelli lontanissimi quando dei blog non c'era traccia ho sempre cercato di conservare quello che scrivevo.
      Gioia il virtuale è fragile, basta un accidente tecnico una noia depressiva e va tutto a quel paese. Raccolgo per non dimenticare e rivedere se ciò che scrivevo anni fa ha ancora un senso: se non avessi tale abitudine la mia idea di riorganizzare vari blog con i miei testi sarebbe irrealizzabile.
      Tutte le poche volte in cui non ho usato questa precauzione i testi (alcuni amatissimi) sono andati perduti per sempre.

      Elimina