Scende la sera.
Nel corridorio in penombra, Odette indossa il cappotto nero. Stringe fra il pollice e l'indice un grosso bottone, lo accompagna verso l'asola che si schiude e accoglie, bocca vorace, occhio sgranato.
Solleva lo sguardo pago nel suo, giallo.
Scendono le scale, l'andare dissonante e silenzioso di chi ama, del corpo provato e molle.
La porta dell'androne si apre, fa entrare la strada, odori e rumori e luci.
Stretti nei palmi delle mani si incamminano, in un tintinnare di chiavi nella tasca, che nessuno sa.
incantevole
RispondiElimina:)
EliminaSembra quasi l'inizio di un romanzo, molto bello...la porta si apre e chissà quanta strada faranno insieme nel tempo.
RispondiEliminaBaci!
La donna degli incipit.
EliminaVabè, mi accontento... :)
ma possibile che le chiavi siano l'unica cosa felice che tintinna?
RispondiEliminaCiao, come stai?
Ehi :)
EliminaAnche gli orecchini, tintinnano.
doisneau?
RispondiEliminac'è un mondo segreto e speciale dietro a quel tatuaggio ...
Doiseneau!
EliminaE pensa che da qualche giorno lo tengo lì, a covare al caldo sotto i capelli sciolti... :))
Splendido! Semplicemente splendido. Raccogli i tuoi post Gioia, mettili a a parte su un foglio di Word, se un giorno tutta questa blogosfera dovesse sparire la tua scrittura potrà restare in altro modo. Lo meriti.
RispondiEliminaEnzo! Ciao :)
EliminaE tu, lo fai? Raccogli tutto?
Sì cerco di farlo. In questi anni e anche in quelli lontanissimi quando dei blog non c'era traccia ho sempre cercato di conservare quello che scrivevo.
EliminaGioia il virtuale è fragile, basta un accidente tecnico una noia depressiva e va tutto a quel paese. Raccolgo per non dimenticare e rivedere se ciò che scrivevo anni fa ha ancora un senso: se non avessi tale abitudine la mia idea di riorganizzare vari blog con i miei testi sarebbe irrealizzabile.
Tutte le poche volte in cui non ho usato questa precauzione i testi (alcuni amatissimi) sono andati perduti per sempre.