Le strade hanno una voce, ne son certo
le scarpe son fatte per sentirla.
La narrazione è figlia del cammino
non è con una penna o con le mani
ma con i piedi che credo si scriva.
Io guardo nei gesti. Nei fondi di caffè. Cerco invisibili tracce di straordinarietà: bracciali di perline sotto polsini inamidati, ciocche fuggite a crocchie troppo strette, infiniti addii nelle pieghe di un sorriso.
Scopro adesso uno sguardo ampio, largo, che spazia e raccoglie. Un contemplare lento e pieno, cadenzato da passi leggeri, e solidi.
Sì, ora vorrei che le mie parole fiorissero dal ritmo dolce di quel camminare. Pulite.
E anche un po' nelle scarpe lucide impolverate
RispondiEliminaOh sì, è vero...
EliminaForse direi più che si può scrivere DEI piedi, nel senso delle storie sui posti dove ci portano e le persone che ci fanno incontrare.. COI piedi invece.. ci scrive più di qualcuno, e non è un granché ^^
RispondiEliminaBuona domenica, e in fondo tu puoi scrivere di e con quello che ti pare.. basta che scrivi! ^^
Va bene, non mancherò Maurì :))
EliminaPer capire i luoghi, credo davvero che bisogna camminarli.
RispondiEliminaSì...Parigi l'ho girata solo a piedi. Poco metrò e qualche tram. Per coprire le distanze con gli occhi.
EliminaApprovo in toto il commento di Maurizio C.
RispondiEliminaEnzo, perchè i tuoi post mi arrivano sulla bacheca di blogger, ma poi non riesco a leggerli nel tuo blog?
EliminaNon ne ho la minima idea...potrebbe essere un problema temporaneo di blogger o forse qualche impostazione sbagliata mia su Piccoli segreti. Verificherò. Notte.
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