Una di quelle donne semplici, di età indefinibile. Giovani sempre o vecchie sempre.
Ma si porta addosso qualcosa. Cerco di capire cosa, mentre la vedo cambiare espressione, sorridere, muovere le mani come dirigesse un concerto di nuvole.
Ascolta, con attenzione e ti dedica tutta se stessa. Prende ciò che dici e gli dà forma, anche quando tu non sei capace, e consegni frasi scomposte e spettinati pensieri.
E quando risponde, parlano di lei i capelli, gli zigomi, la collanina di piccole perle colorate. Si racconta e non lo sa.
Usa la voce e la modula. Sale, scende con le parole, sempre leggera, accompagnando un pensiero, che segue con l'azzurro degli occhi.
Appena se ne va, mi ritrovo a dire alla collega che se questa donna fosse un uomo, me ne sarei perdutamente innamorata.
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