Allora, ancora su "Le braci".
Nella classifica dei dieci libri più belli, lo metterei al terzo o quarto posto. Era da una vita che non provavo la sensazione di sentirmi orfana, all'atto di riporre un volume concluso nella libreria. L'ho accarezzato, guardato, riguardato e poi mi sono decisa a posarlo.
Non è un libro, è una terapia. E' calarsi pian piano dentro, come farebbe un bravo speleologo, con leggerezza, ma determinato a scendere, a studiare ogni anfratto.
E ci sono risposte. Squarci di verità, ad ogni pagina. L'ho tutto crivellato di post-it.
Cos'è la fedeltà, e possiamo imporla alla persona che amiamo, pur desiderando solo di vederla felice? La fedeltà non è forse una sorta di terribile egoismo e vanità, come lo sono la maggior parte delle esigenze umane? Quando esigiamo fedeltà, come possiamo volere che l'altra persona sia felice? E se non riesce a sentirsi felice nella prigionia della fedeltà, e continuiamo a tenervela rinchiusa, possiamo forse dire di amarla?
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