lunedì 11 giugno 2012

La pineta

Nessuna pietà ha detto.
L'ho sentito, ha detto così.
Nessuna pietà per uno sporco bastardo.
Allora sono sceso attraverso la pineta, e lui dietro. Ma io sono rapido, agile, secco, io sono di nervi e ossa. Così mentre lui urla, e arranca, io giù, giù per la pineta. Mi sono infilato nella rete, c'è un buco.
A quest'ora la spiaggia sa raccontare. Non è trasudante, calda, satura di corpi, di odori, che coprono spazi e profumi.
Annuso beato.
Non so se mi piace questa distesa d'acqua. L'ho leccata, tempo fa, e il suo sapore è troppo pesante e antico. Non fa per me.
Però ho rincorso un bastone liscio e levigato che una mano amica (la stessa che poteva posarsi lieve o dura sulla mia testa sollevata in devota attesa) lanciava, sempre più lontano. E ho saputo correre, nuotare, accecato dal sole, gli occhi fissi su quel bastone, fino a prenderlo fra i denti.
Bravo cane, bravo. Tutto lì. E io appeso, appeso alle parole, ai gesti.
Stupido cane.
Le zampe sulla riva: la sabbia spessa, bagnata si attacca al mio pelo ispido e sporco. Gratta via.
Le zecche. Mordaci, affamate, cattive. Le tante pulci, raccolte nell'aia di quella cascina, lungo la statale. Hanno anche sparato una sera, pensavano fossi una volpe, forse una faina.
Non resisto alla tentazione di stendermi sulla schiena, di impastarmi il muso, il costato secco, esposto.
Certo, ora però dovrei lavare tutto via. E io non faccio più cose da cani felici.
Entro in acqua discreto, mi guardo attorno, non voglio essere visto. Solo fino là, fino al cartello storto, poi torno indietro.
Muso alto, zampe in movimento, senza tregua, andare e tornare.
Eppure la sento quest'acqua che lenisce, che accarezza, abbraccia, solletica.
Vai, cane, torna indietro! Andare e tornare, non sentire, solo lavarsi.
Una scrollata veloce, da cane selvatico, per nulla ingentilito, per niente umanizzato. Uno sporco bastardo, aveva ragione quello.
Ora di andare, in una luce gialla e spessa che cambia faccia a questa pineta asciutta. Pare quasi bella.
Una zampa via l'altra, annuso e annuso ancora seguendo una traccia di piscio e malinconia.

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