lunedì 25 giugno 2012

Semaforo

Sono ferma al semaforo, eterno. Spengo la macchina, abbasso il finestrino.
Piccolo siparietto alla fermata del bus.
Un ragazzo di colore sui vent'anni, iPod a palla e auricolari fosforescenti, muove la testa a ritmo di musica, lo sguardo fisso sul traffico in arrivo e in partenza al semaforo. 
Alla sua destra, due mamme chiacchierano in una lingua slava osservando i loro bambini: un maschietto che sta muovendo i primi passi e una femminuccia scarmigliata che fa di tutto per metterlo a terra, appena lui tenta di rialzarsi. Autonomia e autogestione. Legge del più forte. Le mamme, placide e sorridenti li tengono d'occhio ma non intervengono mai. Fantastico.
Una vecchina bianca bianca e completamente senza denti, ride scomposta battendosi la mani sulle ginocchia ogni volta che il piccolo finisce per terra. Si diverte un mondo.
Però vorrebbe condividere questa cosa con qualcuno. Così si avvicina al ragazzo di colore, gli parla, gli indica i bambini, ma quello non sente. Allora la vecchina gli si piazza davanti e il ragazzo è costretto a sfilarsi gli auricolari. La guarda basito. Lei (in friulano e senza l'ausilio indispensabile dei denti), lo invita a guardare, con grande dispendio di gesti ed espressioni.
Al ragazzo non restano alternative. Dapprima si rassegna, poi gli scappa un sorriso. Infine offre una caramella ai bambini, partecipe ed intenerito.
E meno male che non siamo tutti uguali.

2 commenti:

  1. bella storia! ...ma quanto dura un semaforo rosso dalle tue parti?!?! :)

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  2. Questo semaforo in particolare...dura un sacco :)))

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