La Emma è minuscola. Parla pochissimo.
Pare ancora più piccola dei suoi tre anni.
Una testa riccia, gli occhi cerchiati e scuri.
Non so perchè, ha scelto le mie ginocchia. All'ora della merenda, si apposta in corridoio e mi aspetta. Muta.
Se le tendo la mano la afferra, tenacemente, e scende le scale assieme a me. Un piede sullo scalino, appaiato dall'altro. E ancora, fino in fondo.
Io non le parlo, lei non mi parla.
Aspetta solo che io mi sieda a bere il tè, si arrampica come un gatto e sta lì. Si appoggia bene, con la schiena al mio petto, sposta le gambe finchè non trova la sua nicchia. Segue con lo sguardo i miei gesti: verso l'acqua bollente, mescolo lo zucchero, intingo un biscotto.
La sua presenza calda.
Il suo silenzio.
L'odore di nuovo che viene su, dal quel collo bianco e sottile.
Post perfetto!
RispondiEliminaPerchè molto sentito... :)
EliminaAbituati obli,
RispondiEliminalei li fa tutti così
non perde troppo tempo
crea l'atmosfera giusta e chiude il discorso
poi ti lascia godertela da solo.
Massimo...sono ancora che rido...
EliminaEmma che bel nome antico
RispondiEliminaAnche lei sembra antica...
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