Sono andata nell'orto, per vedere come va.
Ma anche per respirare.
Ho bagnato, ho registrato i piccoli progressi.
Poi, mi sono seduta sui gradini a guardare tanto verde.
Come sempre, non avevo le scarpe adatte, ma tant'è.
Mentre ero lì seduta, pensavo che il dolore non è qualcosa che si spiega. Nè che si scrive. E forse, non è neppure così facile da condividere.
Perchè dopo un po', rompe le palle, è pesante da raccogliere. Lo dicevo anche ad Insight. E' come guardare in faccia il fallimento, la malattia, la morte. Chi ti vuol bene, vorrebbe che quel dolore evolvesse, cambiasse forma. Vorrebbe vederti sorridere e sentirti esclamare: "ma sai che oggi sto meglio!?".
Ecco, pare che a quel dolore un poco ti ci affezioni, pare che in fondo, ti faccia compagnia.
La cosa più inutile che si possa dire in questo caso è REAGISCI.
Reagisci? A che cosa? Al masso che ti schiaccia? Al tornado che ti porta via?
Mentre ero lì seduta, ho visto un insetto posato su un filo d'erba. Era brutto e marroncino. Così brutto e marroncino e storpio, che mi sono chiesta quale senso avesse, un insetto così stupido a questo mondo.
Un suo senso. Perchè era lì, in tutta la sua pochezza, a mostrarmi la mia. Ciao fratello insetto.
Mentre ero lì seduta, ho capito. C'è una grotta umida e scura, inesplorata. Non sono mai scesa a visitarla, ho solo riempito il suo buio per non sentire puzzo di muffa e terra. Anzi, ho chiesto ad altri di riempirlo, in cambio di dedizione totale. Di aderenza e fedeltà.
Poi però, alle narici è arrivato lo stesso. E potevo faticare e aderire e dimenticare me stessa, pur di riempirlo, ma l'odore era sempre più forte.
Mentre ero lì seduta ho deciso che andrò a fare quel cammino estremo sull'Appennino.
Capito? Ci vengo.
Il dolore può logorare, scavare a fondo e lasciarci stanchi già al mattino.
RispondiEliminaNon è che si possa reagire, verbo che indica quasi una lotta, un rifiuto.
Forse agire è la parola giusta. Distrarre la mente, portare l’attenzione altrove.
Non fosse per ricordarci che, come dice la mia insegnate di yoga, noi non siamo il dolore.
So per esperienza che non è facile, e ci vuole una forte dose di accettazione. Accarezzare il dolore, lasciarlo fluire e poi cercare di farlo scorrere via.
Molto, molto orientale l'idea di prendersi cura delle emozioni...
RispondiEliminaSana.
oggi ero lì nel mio prato, sul mio filo d'erba preferito quando ho visto una bionda seduta.
RispondiEliminaEra bionda. Così bionda e con delle scarpe inadatte, che mi sono chiesto quale senso avesse, una bionda così a questo mondo.
Un suo senso. Perchè era lì, in tutta la sua pochezza, a mostrarmi la mia. Ciao bionda.
:P
Sono ancora qui che rido...
EliminaMentre ero lì che stavo a respirare una boccata di CO2
RispondiEliminaguardando una bionda che stava seduta lì intorno
con un paio di scarpe del cavolo
non ti viene un insetto a posarmisi sopra?!
Era di una pochezza infinita
(tutt'al più infima, se è infinita che pochezza è?)
tanto che mi son messo a urlare che se posasse
addosso a quella lì e se ne andassero tutti due.
Sono un filo d'erba rispettabile io,
mica uno da accogliere un pochezzo
o essere calpestato da una scarpa del cavolo!
Ma è scrittura collettiva questa!!! Bellissimo!
EliminaPer completezza dell'informazione bisognerebbe sentire anche il punto di vista delle scarpe.
RispondiEliminaVoci non controllate dicono che loro sull'Appennino non ci vogliono andare e che si aspettano un'azione in tal senso dagli scarponi da trekking.
Aspettiamo comunque dichiarazioni ufficiali.
Tornando un po' più sul tema, il dolore non ti fa compagnia: ti perseguita e te ne libereresti appena possibile.
Proprio come hai scritto da me.
Quanto al cammino estremo... se pensi possa servire, probabilmente è così.
:-)
Spero che le dichiarazioni ufficiali giungano prima della mia partenza...non vorrei avviarmi scalza :D
EliminaREAGISCI è sicuramente inutile da dire.... ma in fin dei conti è quello che uno si augura.
RispondiEliminaReagire non vuol dire dimenticare.... ma semplicemente tentare in qualche modo (ognuo ha il suo) di tornar a vivere, di imparare a convivere con il dolore, apprezzare comunque quel che ancora si ha (l'insetto stupido ;) ).
Uff.... come son contorto.
No, non è vero. Hai espresso bene.
EliminaMa sfugge la bellezza di quel che si ha.
Purtroppo.
Verissimo, non posso che darti ragione, spesso sfugge la bellezza di quel che si ha.
EliminaBuona fortuna e buona passeggiata, maestra.
RispondiEliminaIl dolore è dolore, tocca camminarci insieme. Tocca.
E io me lo metto nello zaino...
Elimina"andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto."
RispondiEliminava be' dai, non potevo non intervenire ...
Un film bellissimo... :)
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