Le volpi-cornicetta del mio sogno. Stamattina ho provato a disegnarle. Uguali! |
Chiudi gli occhi bambina, e sogna.
Sogna
le volpi rosse, che allargano le zampe, una via l'altra, come in una di
quelle cornicette che si fanno nei fogli a quadretti. Naso nero, baffi,
coda folta dalla punta bianca. Pare quasi che sorridano.
Sogna bambina. Le braccia che ti stringono sono due, il respiro che senti, uno solo, col tuo.
Sogna
la casetta nel bosco, quattro travi fanno una veranda. Uno scampolo di
stoffa fa una tenda. Una pentola sul fuoco fa il minestrone. Sogna
bambina.
Chi ti ha detto che non si può sognare? Tu, eri così brava a sognare.
Ti ricordi?
Un
asciugamano secco di bucato, steso sul marmo del corridoio. Bollicine e
cannuccia in un bicchiere di vetro grosso. Fingevi di mare, di spiagge,
di ombrelloni, di bibite verde smeraldo. Fingevi di tuffi, schiamazzi,
risate. Invece era tutto lì, grigio e angusto: un appartamento scatola
in una casa scatola, in un quartiere scatola. Odore di carote lesse,
alle quattro del pomeriggio.
Ma tu, vedevi il mare.
E
quando viaggiavi, seduta all'indiana sul copriletto di ciniglia
marrone? In un attimo eri sopra i tetti, e tutto si faceva piccolo, risibile, lontano.
E il tavolo
rotondo? Bastava buttarci sopra un lenzuolo ed ecco le mille
stanze di un palazzo incantato. Guardate la principessa dai biondi
capelli, guardatela scendere la scala di cristallo!
Eri brava a sognare.
Come dici? Che non c'era altro modo per sopravvivere?
Sì, forse è vero. Però
ne hai creati di mondi.
Mondi rifugio, mondi guscio, mondi ombrello,
mondi scialle di lana. Bastava un niente, uno schioccare di lingua, uno
sbattere di ciglia, un colpo di tacco. E via, non c'eri più.
Niente spinaci all'olio, disegni sbagliati, mani severe, ombre scure. Tu
andavi, leggera, e lasciavi tutto lì. Caspita, che magia. E loro,
che stupidi, pensavano tu fossi ancora lì, la testa china sul piatto.
Lo vedi, tu sapevi sognare.
Capisco,
hai paura. Credi che anche questo abbraccio possa essere fatto della
materia dei sogni. Un mondo dei tuoi, un luogo fatato, un posto delle
fragole. Temi che sia tutto per finta, che se ti volterai appena, troverai solo grigio e polvere. Fine del viaggio: smontare dalla coperta
volante, uscire dal palazzo senza scarpe, scoprire marmo freddo, là dove
c'era il mare. Solo spinaci all'olio e ombre scure.
No bambina.
Guardalo questo abbraccio, toccalo, saggialo coi denti, scuotilo. E' di sasso, terra, legno, carne.
Lasciati tenere salda bambina, sciogli i ricordi, puoi restare.
E sogna, sogna di volpi e boschi.
sai chi mi ricordi? Calvin (di Calvin e Hobbes) un mondo in testa e fuori solo un bimbetto distratto.
RispondiEliminaE Mafalda? :)
RispondiEliminaBello, intenso, poetico. Io che non sogno mai ad occhi aperti e dimentico al risveglio i sogni notturni amerei molto un briciolo di questa capacità di inventare mondi. Baci..
RispondiEliminaDimenticavo: la cornicetta è fan-ta-sti-ca! :-)
RispondiEliminaGrazie collega!!! :)
Eliminap.s. Riguardo ai sogni...mi si dice basta crederlo profondamente delle verità possibili e....zac che si avverano! :)
E io mi rifugio nelle tue parole :)
RispondiEliminaPrego Vero, accomodati... :)
Eliminaanche io non ricordo mai i sogni che faccio durante il sonno
RispondiEliminapoi mi rifaccio da sveglio.
Te sei proprio brava,
vorrei mandare Bianca a scuola da te.
Sarebbe un onore...
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