sabato 29 settembre 2012

Global market

Doveva essere un sabato mattina dedicato alla fotografia, ma il cielo non concilia.
Così passeggio per il mercato, la borsa a tracolla da un lato, la reflex dall'altro. Dormiente.
C'è sempre qualche dettaglio però. I piccoli granchi dorati nel secchio bianco, i bottoni che paiono caramelle. E le caramelle che paiono bottoni.
Tra le bancarelle le etnie si confondono, gli idiomi si rincorrono. Come a Bologna, quando il bambino coreano e quello senegalese si apostrofavano con accento emiliano.
Un mercato di tutti.
Prima di raggiungere l'auto, fotografo un artista di strada, che si accompagna ad un burattino che pare vivo.
Mi chiede se sono italiana, forse i capelli biondi confondono. Qui ci sono tanti autriaci. Annuisco, già incamminandomi.
Poi però mi dispiace, di non aver chiesto, di non aver chiacchierato, di non avergli offerto una birra. Di non aver accolto la sua storia. Peccato.

2 commenti:

  1. Ci sarà sempre un altro mercato e un'altra storia. Perché le storie ci sono sempre, dappertutto, e se hai orecchio ti riempiono il cervello. Per fortuna a volte suonano una bella musica di cui ti rimane un motivo. C'è sempre, un motivo.

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  2. Oh sì...ne sono certa Marco. Capita che dopo un po', il motivo sia evidente.

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