"Quando la notte" della Comencini. E "Come Dio comanda", di Ammaniti.
Romanzi che amo, e che hanno trovato una felice trasposizione cinematografica.
Timi ha dato volto e voce a Manfred e Rino Zena. Personaggi aspri.
«Magari non avrei fatto questo mestiere
meraviglioso se non mi fossi ritrovato a rischio epilessia, balbuziente e
mezzo cieco», confessa.
È balbuziente, ex obeso, di origini proletarie e da anni convive con il morbo di Stargardt,
malattia rara, che atrofizza le cellule coniche dell'occhio. Ma è attore, poeta, pittore. Scrittore.
«Però che fatica, a volte. Sarà
perché noi balbuzienti attiviamo anche trecento muscoli
alla volta, incluse le dita dei piedi, nello sforzo per far uscire una
parola. Ma con gli anni ho imparato a
voler bene alle mie paure, ci rido sopra. Non siamo così importanti».
Non siamo così importanti. Se potessimo esserne davvero consapevoli.
Timi, lo preferisco attore che scrittore. E anche come Mussolini, nel film di Bellocchio, era superbo.
RispondiEliminaChe poi diciamolo. Ha il suo fascino.
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