Ho sognato che andavo su e giù per una città tutta salite e discese. Una città scarna e asciutta, senza luminarie, fronzoli, colori. Un po'sovietica, autarchica, grigia. Ero stanca, affannata.
Ad un tratto, lungo la strada su cui si affacciavano porte e vetrine tutte uguali (legno stinto e scrostato), ho sentito un profumo di lievito e zucchero. Da dare alla testa.
L'ho seguito, e mentre lo seguivo, il sangue mi affluiva al viso. Prendevo colore.
Da un negozietto, veniva una luce gialla, tremula. Sono entrata. Era la bottega di un panettiere, deserta, gli scaffali vuoti.
Ma dietro all'unico vetro, campeggiava un dolce ai semi di papavero, glassato e brunito. Lucente.
Mi sono svegliata.
Sono andata in cucina ad impastare. Zucchero, farina, burro, uova. E semi di papavero, alla fine.
anch'io a volte sogno una città così.. magari ci siamo incontrati..
RispondiEliminaNon eri mica tu, quello che sfornava i dolcetti, vero? :)
Eliminae giustamente :)
RispondiEliminaSi usa nell'Europa dell'est, vero?
RispondiEliminaSì, ma almeno in Ungheria è propriamente una torta con i semi di papavero.
EliminaBuona...
EliminaSe andavo ad Erice, in giornate senza vento, magari per trovare refrigerio dallo scirocco implacabile nel trapanese, sentivo da lontano il profumo dei dolci.
RispondiEliminaNon serviva l'indirizzo del forno: l'odore era mappa.
Erice...rimpiangerò per sempre di non aver avuto abbastanza tempo per salire, quel giorno di agosto...
EliminaNon ricordi cosa avevi fumato ieri sera vero?
RispondiEliminaDici che era roba buona?
EliminaPer fortuna non li ricordo i sogni. Non con tutti quei particolari.
RispondiEliminaUltimamente sì, pieni di colori, odori, sapori...
EliminaMi piacerebbe eccome fare questi sogni!!!
RispondiEliminaPotrei persino divertirmi a fare le torte :)
Ciao Gioia, sei impagabile!
Lara
Grazie Lara. La prossima volta che faccio un sogno così, passo dal tuo blog e ti invito... :)
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