mercoledì 25 aprile 2012

25 aprile



Giornata ventosa e limpida.
Metto giù i piedi dal letto che sono le undici, ma non sono riposata.
Sento quella necessià di ossigenare, raccogliere luce, aprire i pori, che nel mio caso non si declina mai con le pulizie di primavera.
Macchina fotografica a tracolla e via con la bici a caccia di immagini.
Scopri che là fuori, mentre tu lavori, dormi, mangi, ti affanni, ci sono dei set. Qualcuno dispone cose, oggetti, colori, volti per te e tu non lo sai.
Il problema è che non durano per sempre.
A volte solo un attimo: o ci sei o non ci sei.
Come il treno che passa veloce. Da dietro il finestrino oscurato, la mano del macchinista saluta: "ciao ciao". E io a chiedermi dove starà andando, che vita avrà, che nome scriveva sui suoi quaderni trent'anni fa, a quale donna pensa. Chissà perchè ho sempre tanta sete di storie.
Campagna e campagna, poi le acciaierie dismesse.
Ecco il mio set. Chissà chi è passato di qui, per cambiare il colore di un vetro, per allestire questo richiamo di mulini ad acqua che muovevano turbine ormai ferme. La vecchia bilancia. Un glicine.

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