Sì,
gesti così, che scendono nel filo della giornata come perle: rosso,
giallo, verde, blu. E ancora rosso, giallo, verde, blu.
Ma
più spesso capita nella dolcezza di un sabato, nel languore di una
domenica. L'indice a girare la ciocca di capelli, le gambe raccolte,
un libro che si lascia sfogliare.
Allora
il pensiero è sostanza, carne.
Le
parole scritte si raccolgono luminose tra le mie mani, le guardo,
sono belle. Leggere ma pesanti, le avvicino al viso.
Ad occhi chiusi
affondo il naso, la bocca, lascio che mi sfiorino la fronte.
Vorrei
si facessero ossa, pelle, qui, adesso.
Così
mi cambio, allaccio le scarpe, infilo i guanti, la cuffia.
Corro.
Ad ogni passo lascio una scaglia di me, iridescente, che si
confonde tra un mozzicone di sigaretta e una foglia secca.
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