venerdì 27 aprile 2012

Macelli

I vecchi macelli comunali sono in stato di abbandono dal 1972.
Uno spazio enorme, capannoni e strutture in mezzo al verde. Alberi, rose selvatiche, vegetazione che pian piano si mangia i colori, le porte, la strada lastricata.
Entrare sembra difficile, invece.
Invece basta sollevare un po' il cancello e richiuderselo alle spalle. 
"Vietato l'ingresso".
Aggirandosi tra le costruzioni pare di sentire ancora acuti i versi degli animali: le rotaie arrivavano fino al primo hangar e appena fuori i ganci sospesi trasportavano i quarti.
C'è nell'aria qualcosa.
Sbuca un ragazzo asiatico, guarda, si nasconde. Cosa ci fa qui?
Poi, dietro qualche finestra, qualche portone, giacigli improvvisati, coperte, cuscini. Ci vive della gente.
Come se, in questo spazio che sa ancora di morte, la vita si fosse insinuata. Un cespuglio fiorito, una lattina di birra sul davanzale, i piccioni e i gatti, re indiscussi.
Poi questa gente, sradicata e sola, che sa prendere sonno tra il razzolare dei ratti e il vicino sferragliare del treno.

Un tempo altrove, in viaggio, al di là di un vecchio cancello.
Ora, ne ho più voglia di prima.



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