“Ciò
che muove il bambino è evidentemente un impulso interiore primitivo,
quasi un vago senso di fame interna, ed è l'impulsiva soddisfazione
di questa fame che muove poi la coscienza del bambino verso quel
determinato oggetto e lo conduce a poco a poco ad un primordiale ma
complesso e ripetuto esercizio dell'intelligenza nel comparare,
giudicare, decidere un atto, correggere
un errore”.
“Se
si abolisse non solo il nome , ma anche il concetto comune di metodo
per sostituirvi un’altra indicazione, se
parlassimo di un ‘aiuto’ affinché la personalità umana possa
conquistare la sua indipendenza, di un mezzo per liberarla
dall’oppressione dei pregiudizi antichi sull' educazione, allora
tutto si farebbe chiaro.”
“E’
la personalità umana e non un metodo di educazione che bisogna
considerare: è la difesa del bambino, il riconoscimento scientifico
della sua natura, la proclamazione dei suoi diritti che deve
sostituire gli spezzettati modi di concepire l'educazione.”
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