Giornate di nuvole e colori a Riva del Garda.
Mi sento grande, anche se già da tempo lo sono. Ho trovato ogni luogo con la cartina, ho sbagliato strada, sono tornata indietro e viaggiato con quel piacere che cercavo.
Poi ho chiesto informazioni, ritrovato l'auto parcheggiata in un luogo ameno, incontrato persone, guidato tornante dopo tornante.
L'ostello spartano, le docce comuni, la camera affacciata su un corridoio in cui per tutta la notte, impazzavano idiomi e risate.
Vivere tutto questo con curiosità.
E arrampicarsi dietro la vecchia centrale idroelettrica a caccia di immagini. Un fruscio tra gli alberi, uno scricchiolare di rami e foglie. Silenzio. Guardare dall'alto (diamine, che alto!) la gente assieparsi agli imbarchi, acquistare souvenir, scattare foto ricordo sul molo.
E io, che dicevo di non amare spostarmi per viaggiare.
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