La voglia di mare avanza.
Pur vivendo relativamente vicina alla costa e godendo di una casina per le vacanze a pochi chilometri da casa, io sogno quei fondali di piccoli sassi, quelle spiagge strette e impraticabili, ulivi e macchia a toccare l'acqua.
Tre anni fa l'abbiamo trovato. Il luogo dei sogni.
Si presentava come "casa Robinson": un generatore per la corrente, frigorifero a gas, dieci chilometri di strada sterrata a separarci dalla civiltà. E una spiaggetta bianca (vedi foto in alto), solitaria e silenziosa.
La piccola agenzia croata contattata al telefono però, aveva omesso alcuni particolari piuttosto importanti.
Innanzitutto, non eravamo soli. No, perchè la casa era abitata da un donnone grande, grosso e bellicoso con problemi di incontinenza che non praticava l'utilizzo di detersivi e saponi.
Inoltre, i dieci chilometri che ci separavano dalla civiltà, si sviluppavano su un sentiero stretto, ripidissimo e ghiaioso, a picco sul mare.
Non era auspicabile, una volta arrivati, ripercorrere il percorso a ritroso per acquistare viveri di prima necessità. E l'acqua di rubinetto non era propriamente bevibile.
L'auto, giunta a destinazione, ha dato forfait.
Ma nonostante tutto vorremmo ritentare. Opteremo per qualche confort in più (che ne so, acqua potabile, ospiti meno invadenti...) e per una terra che ancora non abbiamo esplorato: la Grecia.
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