Oggi pensavo che ci sono ancora, in città, dei luoghi che parlano.
Sto leggendo ai miei alunni "Il cerchio magico" di Susanna Tamaro.
La storia è semplice, quasi banale, e come tutti i libri della Tamaro punta alla lacrima. Ma i bambini sembrano non accorgersene: si indignano, si commuovono, sono ansiosi di riprendere la lettura, ogni giorno.
Ecco, questo per dire che dietro il facile messaggio "abbasso l'Ipermercato di cemento e viva la natura", io leggo altro. La paura di perdere finestre. Finestre vere, due gerani a cercare il sole, l'infisso un po'scrostato, dalle queli provengono rumori. Quegli spazi dove ti affacci curioso, nei quali puoi scoprire persone, odori e cibi, volti.
Mi spaventa un po' la villa a schiera, e ancor di più il palazzo dalle belle terrazze ordinate, tutte uguali. Pare che ci si debba mettere d'accordo anche per scegliere le tende.
Uguali per tutti sì, è meglio.
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