mercoledì 11 aprile 2012

Paris


E' arrivata a Parigi una domenica di maggio.
Il lungosenna gronda. Scendono dalle scalinate, dai bateau, migrano e vociano, a volte con la Nikon al collo, altre con il giornale sotto il braccio.
Cani, bambini.
Paolo ha nelle mani l'entusiasmo, mentre dice di cose, di progetti. E le travasa il sorriso nella bocca, lo stupore dentro gli occhi.
Una soffitta da cui si vede la cima bianca della Sainte Chapelle. Sullo stesso pianerottolo una coppia di architetti spagnoli, che di lunedì offre sangria sul terrazzino. Piccoli lumini tra le piante d'alloro.
E ancora Francesco e le sue bruschette, in quel locale italiano con le tende gialle, qualche gatto macchiato di grigio tra i tavoli.
“Non è bellissimo?”, e Paolo ha fatto un gesto tondo, mostrando tutto quel colore, quella vita che bastava un sì.
Quel sì raccolse Parigi sul palmo della mano, mentre loro decidevano di chiavi, di biglietti, di lenzuola, tra le briciole di pane.

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