domenica 4 novembre 2012

Sazia


Mi dice.
"Sai perchè posso dare così tanto? Perchè ho ricevuto tanto. Tanto. Mi sono saziata".
Lei, limpida che pare una ragazzina, è già nonna.
Un corso ci ha fatte incontrare, ma era scritto. 
L'unica con l'auto sono io, devo caricare altri corsisti alla stazione, bisogna organizzare, sentirci, coordinarci.
Dice, ancora.
"Avevo capito che mi saresti piaciuta dal primo scambio di mail, ancor prima di vederti. Ecco, questa è avulsa e caotica come me. Mi pareva consolatorio".
Quando è salita in macchina, ha portato quel sorriso bambino, e l'aria leggera di chi sa sfottersi.
Oggi, in una delle nostre telefonate lunghe che colmano distanze, mi ha raccontato delle tagliatelle preparate per l'intera famiglia, della gioia luminosa di ricevere figli, nuore, nipotina, attorno alla sua tavola.
"E anche se lavoro tutta la settimana, se il mio lavoro mi porta a raccogliere le storie altrui, e sono stanca, non vivo con frustrazione il passare una giornata a cucinare, pulire casa, in attesa dei miei cari. Solo perchè, quand'era il mio momento, sono stata donna. Non moglie, madre, nonna, figlia. Donna".


 Laboratorio estivo di autonarrazione e scrittura autobiografica.
Le tagliatelle , i ricordi legati a profumi e sapori.

4 commenti:

  1. Ho scoperto questo blog da poco, ed è stato un colpo di fortuna.Leggerti è un piacere:scrivi benissimo.

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  2. Accidenti. I complimenti mi arrivano sempre di taglio, e non so accoglierli come si deve.
    Grazie. Ecco. :)

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  3. Un complimento non si accoglie, al massimo si sopporta :)

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  4. Ma no...quelle sono le critiche costruttive :))

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