martedì 14 agosto 2012

Doti

Mentre ero al campo, una sera si parlava di bellezza.
Ci chiedevamo se c'era uno standard personale, dei criteri che istintivamente portavano ognuno di noi a classificare gli individui in "interessanti-degni di sguardo supplementare" o "non significativi".
Cosa è "bello"? 
Non scomodo Platone, sia mai.
“La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva”. Lo diceva nel ’700 il filosofo David Hume. E le neuroscienze confermano questa ipotesi: il concetto astratto di "bellezza" sembrerebbe avere un concreto corrispettivo biologico all'interno del nostro cervello.
La porzione mediale della mia corteccia orbito-frontale, si è attivata all'età di sei anni, per un tal Marco B., coetaneo dai biondi capelli e dagli occhi di ghiaccio. Da lì in poi, fu tutto un susseguirsi di infantili e adolescenziali passioni per esseri algidi e platinati che, in quanto cloni del principe azzurro, si ritrovavano a scartare stuoli di fans adoranti.
Anche oggi, un Chris Martin saltellante sul palco, un Paul Bettany cattivo e spietato, un Brad Pitt dall'occhio languido o un british-Jude (niente cognome, ormai siamo intimi) irriverente, mi fanno un certo effetto.
Ma nel concreto, ora che sono cresciutella, la mia corteccia orbito-frontale reagisce alle posture e alle parole. Un uomo che sta bene nella sua pelle, che si muove disinvolto e libero. Che gioca nella sua imperfezione. Un uomo che parla il giusto e che non deve dimostrare nulla.
È certamente una gran dote quella di accettare serenamente di non possederne alcuna.
(G. Soriano) 
Anzi, mi sa che è questo che identifico con "bello".

2 commenti:

  1. Per tutta la vita ho pensato che i miei canoni ideali di bellezza maschile, fossero quelli dell'uomo biondo, glabro e dalle mani venose. Poi due anni fa è arrivato il mio fidanzato attuale, con un petto da orsetto peloso, scuro come solo un uomo di origini sarde può essere, e dagli occhi mediterranei. E ha sovvertito tutti i miei canoni. Che ci riporta a quello che dici tu: cioè che probabilmente, quello che mi ha attirato come la luce attira la falena, sono stati piuttosto il suo modo di porsi, di pensare e di interagire con me e col mondo. Perché sembra la scoperta dell'acqua calda, ma oltre quello che dice Soriano (verissimo), è anche vero che alla fine è bello ciò che piace.

    RispondiElimina