lunedì 27 agosto 2012

Risveglio

Non l'aveva ancora mai baciata.
Fu quando le chiese di sciogliersi i capelli.
Che poi lo disse così, con un sorriso, e subito aggiunse ridendo "sei più bella", ma stava già attraversando la strada, gli occhi altrove.
Così lei sfilò il fermaglio e i capelli caddero scomposti. Li ravviò in fretta, senza dare l'impressione di preoccuparsene e alzò il viso verso il suo, a capire.
Sono bella?
Lui camminava rapido e parlava, muovendo le mani. Un viaggio, alcune spese, poi sabato, forse il mare.
E lei, sciolti i capelli, cominciò a pecepire i piedi, nelle scarpe. Poi i polpacci, e il peso spostarsi dall'uno all'altro. Il muscolo contrarsi, rilassarsi. Le cosce nascoste sotto la gonna, sfiorarsi appena.
Avvertì l'epidermide raccogliere il soffio d'aria dalle grate del supermercato, un raggio di sole, lo sfregare leggero dello slip, sul fianco.
E il risveglio salì al ventre, alla bocca, che umida si schiuse. Stupita, portò le mani al volto, si fermò.
"Tutto bene?", disse lui guardandola, ancora distratto, ancora ad inseguire un pensiero.
Fu quando le chiese di sciogliersi i capelli.
Che lei, fatti quattro passi, lasciò che il suo corpo portasse. E lo baciò.


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