Oggi pensavo all'ordine delle cose. A come si possa o si debba scegliere se vivere di ritualità o di improvvisazione. Di coerenza assoluta o di creativa incoerenza.
E mi sono ricordata di Bruno Munari e del suo albero.
Diceva: ...allora io gli ho spiegato (ai bambini) che si parte da un
tronco, lo si divide in due e si mette così, poi ogni volta come se
fosse il tronco si ripete, si continua a ripetere lo schema in modo
sempre più sottile ed è fatto l'albero.
E' la teoria dei frattali.
Il frattale è una figura
geometrica in cui un motivo identico si ripete su scala continuamente
ridotta. In natura esistono molti esempi di forme analoghe ai frattali. Uno dei frattali più
riusciti in natura è la foglia di felce i cui dettagli riproducono
sempre la stessa figura.
Si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrispondenze con la struttura della mente umana, è per questo che la gente li trova così familiari. Questa familiarità è ancora un mistero e più si approfondisce l'argomento più il mistero aumenta.
B. Mandelbrot (matematico polacco)
Conclude però Munari: ...poi una volta spiegato questo, una volta che il bambino ha capito la regola, bisogna invitare il bambino a trasgredire la regola.
Ecco, qui volevo arrivare. All'albero piegato dal vento, nutrito da troppa pioggia, colpito dal fulmine, cresciuto in cima alla scogliera.
Un tempo ero fissata con le immagini frattali, però da brava superficialona mica avevo notato la corrispondenza con la felce che ho in balcone.
RispondiEliminaComunque quel "Ma è sempre la stessa struttura" alla fine della spiegazione, è di un poetico incredibile.
Sì...è un po' fascino dell'abisso...
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