sabato 4 agosto 2012

La panchina


Lei sorrideva, si schermiva.
Lui, pieni gli occhi, provava a dire cose che sempre si dicono, ma che suonavano tonde, come piccoli sassi passati da una mano all'altra. Tonde e perfette.
Lei, le gambe allungate, osservava la trama della pelle di lui: il polso, le dita.
Stavano lì, pur sapendo che la pioggia, di lì a poco, li avrebbe cancellati.

5 commenti:

  1. bello e romantico...
    ma perché li avrebbe cancellati, erano senza ombrello?!

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  2. Li ho visti davvero...mi sembravano un bell'acquerello.
    E ho immaginato la pioggia cadere, goccia a goccia, fino a sfumarli, fino a farli sparire...

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  3. se lì sulla panchina si amavano, nessuna pioggia li può cancellare, neanche quella cittadina cosiddetta "acida" :)

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  4. ma se uno passa vicino a quella panchina vede dei sassolini tondi?

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